The Project Gutenberg eBook of Dante e gli Ebrei: Studio This ebook is for the use of anyone anywhere in the United States and most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this ebook or online at www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you will have to check the laws of the country where you are located before using this eBook. Title: Dante e gli Ebrei: Studio Author: Flaminio Servi Release date: July 18, 2013 [eBook #43244] Language: Italian Credits: Produced by Enrico Segre and the Online Distributed Proofreading Team at DP-Italia (http://dp-test.dm.unipi.it) (This file was produced from images generously made available by the Freimann Sammlung) *** START OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK DANTE E GLI EBREI: STUDIO *** Produced by Enrico Segre and the Online Distributed Proofreading Team at DP-Italia (http://dp-test.dm.unipi.it) (This file was produced from images generously made available by the Freimann Sammlung) DANTE E GLI EBREI *STUDIO* DI FLAMINIO SERVI [stemma Giovanni Pane] CASALE TIPOGRAFIA GIOVANNI PANE 1893 PER LE NOZZE FELICI del Giovine egregio *RAG. ERNESTO ARTOM* Colla distinta Signorina *MARIETTA PAVIA* QUESTO BREVE STUDIO SOPRA *DANTE E GLI EBREI* L'AUTORE OGNI BENE AUSPICANDO O. D. C. _XVII AGOSTO 1893_ DUE PAROLE AL LETTORE Un sonettuccio, un'epigrafe, due versi qualunque, in occasione di nozze, son cose omai di niun pregio che si leggon per divertimento tra un bicchiere e l'altro e che lascian quasi sempre il tempo che trovano. Io ho voluto -- o almeno creduto -- fare qualche cosa di più duraturo nella gioia di due famiglie che sono tra le più illustri di questa Comunità israelitica, ripubblicando con molte aggiunte e correzioni alcune idee che videro la luce in un periodico letterario di Roma [1] e un'appendice sopra una mia conghiettura che prova, seppur ce ne fosse bisogno, come l'Immanuele frequentasse la casa di Dante... per qualche cosa di meglio che non fosse l'Inferno, e riportando i due famosi sonetti scritti per la morte del divino poeta, il primo da Bosone da Gubbio e l'altro colle stesse rime di risposta che fece il nostro Immanuele. I letterati giudicheranno del mio lavoruccio che ha, se non altro, il pregio dell'attualità, perchè l'amicizia sincera di un ingegno sovrano come Dante con un ebreo nel medio evo -- amicizia su cui non cade più il minimo dubbio -- è prova del cuor nobile di lui e della malvagità di quanti odiano o disprezzano gl'israeliti senza una ragione al mondo. Ma l'Italia fu sempre la terra de' forti propositi e delle magnanime imprese e l'Italia che venera l'Alighieri come il sommo tra i suoi poeti, ha imparato da lui ad inspirarsi ai dettami della fratellanza e dell'amore. E gliene va data somma lode. Ad ogni modo il nostro studio non tornerà discaro a quanti vogliono l'affetto tra i professanti le varie religioni, nè spiacerà ai cultori delle belle lettere che in ogni accenno al poema dantesco trovan materia gradita di studii severi e di serie riflessioni. _Casale, 17 Agosto 1893._ [1] L'_Istruzione_ -- anno III, num. 10, 11, 12, e IV, num. 4. DANTE E GLI EBREI Vagliami il lungo studio e 'l grande amore. I. È più di un quarto di secolo -- e non canzono -- che scrissi in varii periodici sull'amicizia di Dante col poeta ebreo Immanuele Romano, e quelle note e quelle, dirò così, rivelazioni hanno avuto non è guari una debole eco nelle parole che il Del Balzo ha pubblicato a pag. 309, 315, 316 [2] del suo bel lavoro sul sommo poeta di cui gli amanti della letteratura italiana, specie i puri dantofili, debbono serbargli gratitudine. Quelle note che in un libro di tant'importanza accennano ai miei lavori di circa sei lustri fa, -- chi lo direbbe? -- hanno risvegliato in me, non più giovine, e assorto in mille e diverse occupazioni che dalla italiana letteratura mi distolgono con grande mio rincrescimento, hanno risvegliato in me (i toscani a queste ripetizioni ci son avvezzi) il prurito di trattare diffusamente di questa benedetta amicizia tra due grandi poeti, di religione diversa, che vivevano sei secoli fa e che possono dare una bella e meritata lezione a quegli antisemiti da strapazzo che crescono come i funghi, lontani per fortuna dalla nostra cara Italia. Dell'amicizia di Dante coll'Immanuele, di quanto il divino Poeta attinse dalla Bibbia, della stima ch'avea degli ebrei e dei punti di contatto che hanno i due poemi (l'_Inferno_ e il _Paradiso_ dell'Immanuele e la Divina Commedia di Dante) eccomi pertanto in questa pubblicazione a favellare il più brevemente che possibile mi sia. Per fare lavoro completo ci vorrebbe un grosso volume. Ma oggi si vuol tutto in fretta e furia. E le cose lunghe diventan serpi. Sbrighiamoci dunque, . . . e voi lettori carissimi abbiate un po' di pazienza, che vedremo di non annoiarvi di soverchio. II. Chi era Immanuele Romano? E quando nacque? Ecco due domande a cui la risposta pare facilissima -- dopo tutto quanto se n'è scritto -- e che è, per chi va coi piedi di piombo (ed ogni buona critica dovrebbe andarci), tutt'altro che facile. Immanuele Romano, figlio di Salomone, della famiglia Sironea o Sifronite (piccola differenza di filologia genealogica) che poi è lo stesso, sortì da natura ingegno svegliato, bizzarro, fantastico come tutti i poeti. Nelle sue composizioni poetiche intitolate _Mechabbèrod_ non volle freno. Scrisse collo stile satirico, fu erotico al massimo grado, adoperò la sferza con sarcasmi e frivolezze, fu lirico, epico, drammatico senza esser volgare. Per dipingerlo in una pennellata ci vorrebbe un Raffaello, e noi perciò non ci pensiamo nemmeno; lo vedremo un po' per volta e ne faremo la conoscenza secondo il caso si presenterà. Ei nacque in Roma secondo i più nel 1265, proprio l'anno in cui nacque Dante. Altri, non sappiamo con quale fondamento, lo voglion nato chi nel 1262, chi nel 1272 [3]. Questo però a noi poco importa, e si bisticcino a loro piacere i critici; per avere una certezza non ci son che i registri della Com. isr. di Roma; seppure di quei tempi, tanto bersagliati, si son conservati registri [4]. Quello che ci preme rilevare è l'amicizia vera, indiscutibile, ammessa omai da tutti gli scrittori -- da Cino da Pistoia al Carducci nostro -- che legava i due poeti, amicizia che ebbe luogo, secondo la pensiamo noi, in questo modo. III. Dante, chi dice verso il 300, e chi nel 302, fu mandato dalla Signoria di Firenze ambasciatore in Roma per indurre il Pontefice Bonifacio VIII alla concordia. Ma non fu compreso, e non trovando che trame insidiose e dai dolori dei partiti politici accasciato, il suo miglior tempo passava coi letterati e fra questi il nostro Immanuel che per le sue bizzarrie non meno che per l'ingegno svegliato aveva in Roma la nomea di poeta originale. Conosciutisi, strinsero amicizia e ne' colloqui frequenti il poeta ebreo andava frammischiando voci ebraiche e delle bibliche idee lo innamorava. Poeti ambedue, ambedue desiderosi di flagellare i vizii del secolo, i turbolenti moti politici, le gare di partito, che travagliavano allora -- più che oggi assai -- l'Italia nostra, andavano l'un l'altro consigliandosi come innalzare l'animo dei contemporanei alla ricerca del vero e del bello, come indirizzare le menti ad uscire da « quella selva selvaggia ed aspra e forte ». E vennero ambedue a questa determinazione: flagellare il vizio, esaltare la virtù, col descrivere le pene dell'inferno, i premii e le gioie del paradiso, ed ecco Dante immaginare [5] la Divina Commedia, e Immanuele le _Mecaberod_, raccolta di poesie ebraiche che hanno come Appendice una lunga e stupenda descrizione dell'Inferno e del Paradiso. IV. Chi abbia suggerito la prima idea dell'opera immortale in tanta lontananza e oscurità di tempi non è molto agevole rintracciare. Il D.r Paur scrittore critico tedesco [6] si diffonde lungamente sulla questione e conclude che senza essere plagiario Immanuel nella descrizione dell'Inferno ha imitato Dante. Ma questo non appare affatto alla lettura dell'opera del poeta ebreo [7]. E noi fermamente crediamo che all'Alighieri il concetto di una gita ai regni bui e le fiere che rappresentano popoli e nazioni e cento altre immagini disseminate nella Divina Commedia siano state ispirate, consigliate, diremmo quasi dettate dall'amico suo Immanuel prima nelle intime e fraterne conversazioni, poscia per corrispondenza epistolare. V. Se dovessimo dire tutto quanto nella Divina Commedia è attinto dalla Bibbia non la finiremmo così presto. Il primo verso allude al concetto de' Salmi, che l'umana vita è in media di anni 70 (Salmi XC, v. 10) e già nel suo Convito, come osserva giustamente il Camerini « Dante stabilisce che il mezzo della vita degli uomini _perfettamente maturati è nel trentacinquesimo anno_. Di tale mezza età dee qui intendersi ed egli deve averla scelta per questo viaggio, allusivamente alle parole del Re Ezechia » (Isaia 38 v. 10). L'immagine delle tre fiere, anima e vita del primo Canto dell'_Inferno_, è completamente biblica. Stando al De Benedetti [8], l'Alighieri avrebbe attinto da Geremia. « Dante, egli scrive a pag. 22, è arrestato in suo cammino da tre fiere, una lonza, un leone ed una lupa nelle quali gl'interpreti videro nel senso morale, lussuria (altri invidia), superbia e avarizia, impedimenti a virtù, e nel politico Fiorenza guelfa, Francia, la Curia romana. Or quelle fiere sono indicate da Geremia (cap. V, v. 6) quali strumenti del gastigo divino, contro i grandi che avevano rotto il giogo ». Più fedele dipintura trovasi, secondo noi, in Daniele, cap. 7, in Daniele che come Dante, raffigurò in tre fiere tre nazioni diverse. Perfino nei particolari l'orsa e la lupa di Dante è copiata dal profeta ebreo il quale la dipinge con tre costole in bocca fra i denti e che le venisse gridato (v. 5): « _Sorgi e mangia molta carne_ ». E Dante: « _Che mai non empie la bramosa voglia E dopo il pasto ha più fame che pria_ ». Le tre fiere rappresentanti tre nazioni trovano dunque perfetto riscontro nelle sacre carte e da esse -- non altrove -- attinse Dante il suo concetto allegorico. Il poeta finse una visione veramente profetica, sovrannaturale, una visione al tutto biblica: « Tanto era pien di sonno in su quel punto » egli scrive in sul principio, proprio come i profeti della Bibbia che al momento del vaticinio erano presi da sonno profondo, poi le tre fiere di cui dicemmo, poi l'apparizione di Virgilio come a Daniele stesso e ad altri profeti si presentò ora un uomo d'altissimo ingegno, ora un essere immortale a squarciare i veli del futuro. In tutte parti impera e quivi regge, Quivi è la sua cittade e l'alto seggio o felice colui cui ivi elegge! sono frasi de' Salmi (103 v. 19; 65 v. 5). _Come persona che per forza è desta_ è in Zaccaria cap. 4, v. 1; il _colà dove si puote ciò che si vuole_ è pure nei Salmi (115 v. 4); _il sette volte cerchiato d'alte mura_ è imitazione delle mura di Gerico e via dicendo. E come mai non ravvisare la conoscenza di qualche frase ebraica nel famoso verso composto tutto di parole ebraiche: Pape Satan, pape Satan aleppe? [ebraico: Po po Satàn po po Satàn Alùf] Il Paggi lo traduce e con ragione così: « Qui qui Satan, qui qui Satan è principe » nè altra cosa voglion significar quelle parole leggendole con qualche lieve alterazione. Pluto con tale esclamazione volea vietare ai poeti il passar oltre senza il permesso superiore di messer Satanasso. Ora è egli possibile che Dante sapesse tanto dell'ebraica lingua (ed altri esempii daremo tra breve) senza che l'amico Immanuel glie l'avesse suggerito? Può egli immaginarsi che Immanuel abbia imitato Dante o non diremo piuttosto che le cose sian procedute tutto al contrario? Questa gloria al poeta ebreo (di Dante tanto amico che Bosone da Gubbio nel sonetto (V. Appendice II): « Due lumi son di nuovo spenti al mondo » scriveva annunciando all'Immanuel la morte dell'Alighieri « Et pianga dunque Manuel Giudeo ») niuno glie la potrà mai contrastare e non è entusiasmo che ci fa velo all'intelletto [9], ma secondo noi conghiettura critica che tra le mille può tenere suo posto. VI. E non è solo ne' numerosi esempii che si potrebbero alla Divina Commedia attingere che ben chiara si manifesta l'influenza de' confronti biblici e talmudici fatti coll'Immanuel dal nostro sommo italiano [10], ma perfino dirò così, nello aver in molti punti modificate le proprie opinioni e accostatosi ad un alto grado di stima verso gli ebrei che per quei tempi sarebbe davvero incredibile, ove non si ammettesse l'ascendente che esercitava sull'animo suo l'amico carissimo ch'era ebreo e d'esser tale ovunque e sempre si vantava. Così mentre il cristianesimo inesorabile rifiuta il Paradiso a chi non è battezzato, credenza che riporta anche Dante (_Inferno_ c. IV, v. 35), nel Paradiso (canto XIX, v. 70-78) torna direbbesi a resipiscenza e fa capire (con molt'arte sì, ma lo fa capire) che non c'è colpa quando non si crede, stupenda professione di libertà di coscienza per chi viveva nel medio evo. Ma il genio s'impone anche nei tempi più barbari e s'inspira a giustizia e divina il futuro. Riportiamo quelle belle parole: . . . . Un uom nasce alla riva Dell'Indo, e quivi non è chi ragioni Di Cristo, nè chi legga, nè chi scriva, E tutti i suoi voleri e atti, buoni Sono _quanto ragione umana vede_, Senza peccato in vita od in sermoni. Muore non battezzato, e senza fede; Ov'è questa giustizia che 'l condanna _Ov'è la colpa sua sed'ei non crede?_ Del potere temporale dei Papi, si sa qual concetto avesse l'Alighieri, ma non a tutti è nota la fonte a cui attinse ed è la Bibbia. Leggasi al canto XVI del _Purgatorio_ i versi Ed or discerno perchè dal retaggio Li figli di Levì furono esenti. I Leviti infatti, lo dice chiaramente il _Pentateuco_ in più luoghi (V. _Num._ XVIII, v. 20; Deut. X, 9), dovendo occuparsi esclusivamente del servizio del culto, non potevano possedere e nella distribuzione della terra promessa non ebbero infatti parte alcuna. Il canto XXVI del _Paradiso_ è pieno d'immagini non solo, ma di cognizioni bibliche e giudaiche. Basterà il verso 134 che va letto J. s'appellava in terra il sommo bene. Afferma il Lampredi (V. il Comento del Costa), secondo un codice da lui veduto in Napoli « che Dante con quell'J. volle significare il nome ebraico _Jehovah_ con cui era invocato il nome di Dio, e fece uso della sola iniziale J. per denotare che la predetta sacrosanta parola non si poteva scrivere interamente non che proferire dai profani ». Proprio come si legge nella _Misnà_ e nel Talmud. Ora come si può concepire che senza l'aiuto d'Immanuel, Dante conoscesse certe cose? E come spiegare il tanto bistrattato verso Rafèl mai amech zabi almi che trovasi nell'_Inferno_ canto XXXI, se non si ricorre all'ebraica lingua o meglio alla talmudica, ch'è un misto di ebraico e caldaico, come adoperò spesso anche l'Immanuele nelle _Mechaberod_? E quello che è più interessante -- lo diremo alla moderna -- è l'osservare come il poeta cristiano pur volendo adoprar parole suggeritegli di certo dal poeta ebreo, poco pratico com'era nel trascriverle, si trovò come un pesce fuor d'acqua e ne storpiò più d'una, siccome fatto avea nel _Pape Satan_. Leggete infatti come volete il verso « _Rafèl mai amech zabi almi_ » e ci troverete sempre una sillaba di meno. Ma non ce la troverete più se lo leggete come vuole l'ebraico: _Refa el mai amech zebai almi_, e che vale -- come giustamente osserva l'amico nostro Jona -- « Lascia o Dio! Perchè annientare la mia potenza nel mio mondo? » esclamazione di Nembrotte il superbo, accasciato in veder la sua potestà ridotta ad un bel nulla. In questo modesto studio non facciamo (e il lettore deve averlo capito) un commento filologico, nè possiamo quindi dar tutte le ragioni che militano in favor nostro, ragioni che stringeremo in una sola, anzi in due: È egli possibile che Dante abbia messo insieme quelle parole, come vogliono molti, per non dir niente? O è possibile che siano siriache od arabiche, mentre Nembrotte -- e tanto meno Dante -- non conoscean quelle lingue, e l'ebraico, Nembrotte certo conosceva e coll'aiuto d'Immanuele potea conoscer un tantino anche Dante? [11]. VII. E qui vorremmo sfiorare appena il soggetto sulle idee che il divino poeta nutriva intorno agli ebrei. Se non che la tela è lunga nè basta un opuscoletto a svolgerla anche in tutta fretta. Che concetto avesse Dante degli antichi israeliti non è facil cosa il provare, perchè taluni mette a cielo, altri piomba nell'inferno. E -- siamo logici -- ben a ragione. Quelli che mal oprarono doveano essere puniti, ebrei o cristiani non importa; quelli che fecero bene dovean pur avere il premio meritato. Vediamo quindi Beatrice, la sua diletta Beatrice, sedersi coll'_antica Rachele_ (Inferno, canto II, v. 102); vediamo starsi fra i beati Adamo, Abele, Noè, Abramo, Isacco, Giacobbe co' figli, Moisè, Davide _ed altri molti_, come dice nel canto IV, v. 55-61; e ci vediamo perfino Raab Perch'ella favorò la prima gloria Di Josuè in sulla terra santa. _(Canto IX)._ Ci troviamo al canto XII il profeta Natan, e ci troviamo (canto XVIII) Giosuè e l'alto Maccabeo. Parlando di Salomone (canto X), egli dice colla stessa frase della Bibbia (Re I, cap. 3, v. 12): Entro v'è l'alta luce, u' sì profondo Saver fu messo che, se 'l vero è vero A veder tanto non surse il secondo. Nè si scorda il nostro gentile poeta delle donne bibliche. Otre Rachele, come detto abbiamo, pone il poeta nel più alto seggio in Paradiso (canto XXXII, v. 10-11) _Sara_, _Rebecca_, _Judith e colei_ Che fu bisava al cantar che per doglia Del fallo disse: _Miserere mei_ cioè Ruth bisavola di Davide, autore del salmo LI che incomincia _Miserere_. Nè voglio andar oltre in citazioni che seccherebbero il lettore, solo mi permetto domandare: C'è in tutta la Divina Commedia -- come qualche spirito partigiano potrebbe supporre -- una sola frase, una sola parola che suoni disprezzo, odio agli ebrei? No, e no. Dante amava troppo il suo Immanuele per potere -- cristiano convinto com'era -- sfogare la bile che allora nutrivano le teste piccine -- e ce ne son purtroppo anche adesso -- contro di essi. Egli non espresse mai un concetto che potesse in qualsivoglia modo ferirne la suscettibilità. Dante -- lo si può dire altamente -- amava gli ebrei, nè di odiarli aveva ragione alcuna. Ci si vorrà chiuder la bocca col verso (_Paradiso_, XXXII, v. 132) in cui li chiama: La gente ingrata, mobile e ritrosa? Ma qui, come osserva a proposito l'Andreoli, Dante non fa che ripetere i rimproveri dello stesso Dio ai tempi di Mosè Quel duca sotto cui visse di manna il popolo ebreo. Qui Dante narra, non giudica. O ci si verrà fuori colla terzina famosa Se mala cupidigia altro vi grida Uomini siate e non pecore matte Sì che il Giudeo tra voi, di voi non rida? (_Parad_. c. V, v. 79-81). Davvero che si cascherebbe dalle nuvole. O qual maggior lode volete per gli ebrei? Sono dessi che riderebbero -- secondo afferma il poeta -- ove la mala cupidigia spingesse i cristiani ad opere men che oneste. E chi ride è segno che opera rettamente, avvegnachè non può beffarsi d'altrui chi è macchiato della stessa pece. E qui, voglio avventurare un'ipotesi -- badate, non dico altro che ipotesi -- nuova, originale certo. Che Dante nel Giudeo abbia voluto indicare non già gli ebrei in generale, -- come credono tutti -- ma solo l'amico suo Immanuele, che appunto con quel nome era chiamato, siccome ne fa fede il già citato Bosone da Gubbio nel suo celebre sonetto ove scrive: « _Et pianga dunque Manoel Giudeo_? » Non è, ci pare, tra le cose impossibili. Immanuele, spirito sarcastico e bizzarro [12] viveva volentieri tra gli amici suoi cristiani e non conosceva cupidigia. Anzi -- e lo nota fra gli altri il Tedesco [13] -- per la sua generosità e buona fede, da condizione agiata divenne povero, e perseguitato dai nemici della sua fama dovette esulare dalla sua patria e andare ramingo per le itale contrade. A lui appunto Dante avrà pensato, a lui forse per antonomasia riferì il verso: _Sì che 'l Giudeo tra voi di voi non rida_. Ma sia da riferirsi al solo Immanuele, sia agli ebrei in generale, maggior lode ad essi non poteva uscire dalla bocca di Dante che voleva i costumi de' cristiani irreprensibili, che avea per mira in tutti gli scritti suoi -- ed in ispecie nell'immortale poema -- l'umano perfezionamento, la civiltà nel più alto significato di questa parola di cui tanto ora si abusa e che tanto è in mille modi bistrattata. VIII. Vogliamo ora dare un'idea dell'_Inferno_ e Paradiso dell'Immanuel: il quale finge di aver avuto per guida nel suo viaggio simbolico un dottissimo amico suo ch'ei chiama Daniele. I critici sono quasi tutti d'accordo (e diciamo _quasi_ perchè proprio _tutti_ sarebbe un miracolo e la critica non ci avrebbe allora più nulla a che fare) nello affermare che questo Daniele lodato da Immanuele sia Dante e nessun altro [14], e che non l'abbia voluto chiaramente nominare per evitare gli strali dei più scrupolosi che non avrebbero potuto credere al grande onore fatto dal poeta ebreo ad uno d'altra fede quantunque esimio. Ed oltre tutte le ragioni addotte, ve n'ha una dirò così filologica che non fu, per quanto sappiamo, avvertita fin qui. _Dani-el_ in ebraico può valere: Il mio _Dan_ (Dante) è divino, o più precisamente: il mio divino Dante, il divino poeta a me carissimo [15]. Ma fosse o no Dante la sua guida all'inferno o al Paradiso, certo che lui mette tra i beati là dove scrive: Nel quinto trono di maggior ricchezza Siede un poeta che non ha rivali; Ebbe d'opre magnanime vaghezza Infelice chi punse co' suoi strali E beato colui cui fu cortese; Chi nella polve e chi fra gl'immortali. Per lui d'amor fur le donzelle accese, E la potenza de' suoi franchi detti Talor sul trono i re tremanti rese [16]. Chi non vede in questa pittura -- diremo col Tedesco -- il ritratto del fiero Ghibellino? L'inferno dell'Immanuele è uno scheletro, dirò così, di quello di Dante nella Divina Commedia, e questa è prova novella che la prima idea fosse gettata dal poeta ebreo, idea che venne poi allargata, rimpolpata, compiuta. Finge Immanuel trovarsi in uno stato d'angoscia da non dirsi. Con pianti e con sospir pien di spavento rivolge le luci al cielo ed ecco -- come a Dante si appare Virgilio -- a lui appare un uomo avvolto in fulgente ammanto che gli dice: . . . .L'affanno del cuor sgombra Perchè muto ristai? Perchè sì vano E funesto timor il sen t'ingombra? Quindi soavemente la sua mano Alla mia pose, e aggiunsemi: Per trarti Io venni in loco eterno, dall'umano. E così questo Daniel [17] -- che come abbiam detto per la maggiore parte de' critici non è che Dante trasfigurato -- accompagna il poeta ebreo . . . . . . . . nei sereni Eterni campi e negli eterni fochi soggiungendo: Vuolsi così nel ciel: sarò tua scorta Nei maledetti e ne' beati lochi; O nell'abisso ove ogni luce è morta O nella sfera più soave e lieta Ove ai beati eterna gioia è pôrta. L'inferno dell'Immanuele non ha tanti cerchi, nè tante bolge, nè tanti mostri, come quello di Dante, ma non mancano certo nuovi tormenti e nuovi tormentati, non manca . . . . di diavoli una schiera Che nell'abisso i peccator spingea . . . . E pruni e sterpi sparsi in ogni dove Erano accesi per doppiar le pene Con vive fiamme e con faville nuove. Gl'increduli, i lussuriosi, gli avari, gl'iracondi, gl'ipocriti, tutti i viziosi trovano loco in questo baratro così stupendamente descritto, e vi sono satire così pungenti e flagelli così tremendi per certuni che furono dell'Autore nemici, da uguagliar, se non sorpassare, le sferzate di Dante ai suoi contemporanei avversarii. L'Alighieri fece un poema; l'Immanuele un canto o meglio diremo due; ma nell'_Inferno_ del poeta ebreo c'è in miniatura, in embrione quello che c'è nei 34 canti della prima cantica, ma dall'inferno passando a riveder le stelle, ci troviamo subito al Paradiso, perchè gli dice il sommo duce: Lasciar tu devi la città del pianto Ed in luogo salir dove vedrai I fior del cielo, e udrai dei giusti il canto. IX. E perchè no il Purgatorio? potrebbe domandare il lettore. Perchè l'Immanuele, fedele ai principii della fede in cui nacque e morì, non ammetteva il Purgatorio, come ammetteva, giusta la massima di fratellanza ch'è scritta nel _Talmud_, che tutti i buoni, di qualunque religione siano, posson godere i beni celestiali [18]. I contemporanei di Dante, in pieno medio-evo, non potevano non ammirare la tolleranza del giudeo -- come essi lo chiamavano -- e trovò infatti a Fermo un mecenate nella casa del quale visse tranquillo gli ultimi anni della vita, come Dante avea trovato rifugio presso lo Scaligero di Verona. Tornando al _Paradiso_ dell'Immanuele -- molto più semplice di quello dell'Alighieri quantunque non meno delizioso -- ci troviamo i profeti che lodano l'autore pe' suoi Commentarii siccome Dante (gonfii gli amici entrambi d'amor proprio) in più luoghi si loda da sè, ad es.: _Lo bello stile che m'ha fatto onore_ -- _Ed io fui sesto fra cotanto senno, per darne due soli esempii. E ci troviamo i dotti d'ogni nazione, i generosi, i martiri per la fede, concetti larghi, pensieri elevati, senza ambagi, senza timori. Certo che bisognerebbe esser vissuto ai tempi dell'autore per comprender tutte le allusioni del suo bel poema. Nè qui vogliamo addentrarci più oltre nella questione della priorità diremo così o dell'imitazione fra le cantiche de' due poeti. Quello che ripeter non ci sazieremo egli è che fino dai tempi di Dante quest'amicizia parve un miracolo, una cosa strana e i nemici del divino poeta non sapendo come castigarlo, anche dopo morto lo misero nell'inferno col suo Immanuele [19]! Meno male che vivendo insieme, indivisibili anche oltre tomba, i due poeti non avranno trovato tempo d'annoiarsi nemmeno all'inferno. Tutt'altro! X. Scherzi a parte; Dante e Immanuele hanno varcato i secoli e la lor fama dura e durerà davvero quanto il mondo lontana. L'Alighieri colla amicizia che portava al poeta ebreo fece conoscere l'animo suo nobilissimo scevro d'ogni pregiudizio, siccome l'Immanuele, contraccambiandolo di pari affetto, addimostrò quanto sian sciocchi coloro che voglion dividere gli spiriti grandi, i quali sanno ognora sorvolare sulle basse meschinità di questa terra per innalzarsi a più spirabil aere. Il nostro assunto finisce qui, per quanto riguarda questo lavoruccio. Di molte altre cose allargamento in qualche modo attinenti, diremo altrove con maggior agio. Note. [2] _Poesie di mille autori intorno a Dante Alighieri raccolte ed ordinate cronologicamente con note storiche, bibliografiche e biografiche_ da Carlo Del Balzo. (Vol. I, Roma, Forzani e C. tip. del Senato, editori, Palazzo Madama 1889). [3] Lo Sholman dà per data di nascita il 1262; lo Steinschneider il 1272. Con quali prove? La data invece del 1265 è in tutte le biografie dell'Immanuel e il Wilheimer, e il Tedesco che a lungo ne scrissero in questi ultimi anni fissano quella come certa. E certa dev'essere, perchè dovevano avere la stessa età due persone che si comprendevano così perfettamente in tutto e per tutto, non ostante la differenza di religione, che in quei tempi era quasi ostacolo insormontabile. [4] Qualche anno fa le nostre ricerche riuscirono infruttuose. La Com. isr. di Roma non ha ne' suoi archivi che memorie di pochi secoli addietro. [5] Si badi che noi diciamo _immaginare_, perchè sappiamo che tanto la Divina Commedia quanto la gita all'Inferno e al Paradiso dell'Immanuel furono poste in iscritto più tardi. [6] _Jahrbuch der Deutschen Dante Gesellschaft_, III Band, 1871, pagine 423-462 . . . D. Theodor Paur. [7] Lo proveremo più avanti facendo un confronto dei due Inferni. [8] _L'antico testamento e la letteratura italiana_. Discorso letto da Salvatore De-Benedetti professore di lingua ebraica per la inaugurazione degli studii alla R. Università di Pisa; Tip. Nistri e C. 1885. [9] Il Del Balzo scrive (op. cit. pag. 315 316): « E la forma enfatica, quasi iperbolica, adoperata per parlare di lui (Immanuel) a tanta distanza di tempo, dà un'idea dell'entusiasmo che desta la lettura delle sue poesie tra i cultori delle lingue orientali ». E in nota: Il Servi dà ad Immanuel la gloria di aver suggerito a Dante l'idea della Divina Commedia. [10] Ne daremo alcuni in questa nota per non dilungarci di troppo. Nel canto IV del _Paradiso_ parlando di Mosè e Samuele, traduce il detto talmudico _Dibberà torà chilscion benè adam_ nella terzina: Per questo la scrittura condescende A vostra facultate, e piede e mano Attribuisce a Dio, ed altro intende. Al canto XXV commenta egregiamente il profeta Isaia secondo gli espositori ebrei colle parole: « Dice Isaia che ciascuna vestita Nella sua terra fia di doppia vesta E la sua terra è questa dolce vita ». Nell'_Inferno_ (canto XI, v. 106-109) addimostra conoscere non che le leggi della natura, ma della divina Provvidenza e de' commentatori della Bibbia (V. _Genesi_ 3, 19; 1, 28) con questa stupenda terzina Da queste due, se tu ti rechi a mente La genesi dal principio conviene Prender sua vita; ed avanzar la gente. [11] Anche l'Ab. Lanci e il Munk credono che Dante siasi valso dell'amico suo per molte frasi della Divina Commedia. Il Prof. Filippo Mercuri di Roma in una memoria da lui letta nell'Accademia dei Quiriti il 21 aprile 1853 così si esprime parlando dell'Immanuele: « Amico di Dante e di Bosone, noto a Cino e uom di lettere, doveva avere in sua età moltissima rinomanza e forse (questo _forse_ dice molto nella sua dubbiezza) il nostro poeta (Dante) se ne giovò a rifiorir qua e là la Cantica dei testi e delle voci orientali che v'inveniamo ». [12] _La sua lingua_, scrive il Wilheimer, emesse fiamme di fuoco . . . . . . egli s'innalza specialmente nell'ironia e nelle beffe. Quantunque nella sua bocca stia sempre lo scherzo e la satira_ ecc. (Carlo Del Balzo. _Op. citata, p. 307). Quindi ben si capisce come a Dante stesse a cuore che i suoi fratelli di fede non avessero a provare le sferzate dell'amico ebreo. Le sapeva appioppare così giuste! [13] Id. pag. 310. [14] Così dicono il Geiger, il Wilheimer, il Tedesco, il Lattes, il Paur. [15] Anche oggi tra gli israeliti di Toscana e di Roma molti che in ebraico hanno il nome di _Dan_ (uno de' figli di Giacobbe) lo traducono con _Dante_, e con esso si fanno chiamare. [16] Traduzione dell'_Inferno_ e Paradiso d'Immanuele di S. Seppilli. (Dalle poesie di mille autori intorno a Dante raccolte.... da Carlo Del Balzo. Vol. II, pag 52, Tip. Forzani e C. Roma 1890). [17] Dante morì nel 1321; Immanuele nel 1330. Dopo la morte del primo, il poeta ebreo non poteva dargli più solenne testimonianza di affetto che facendosi accompagnare da lui in quel viaggio simbolico. [18] Ecco la traduzione del Seppilli: Or sappi che costor sebben non nati Devoti al nostro culto, coll'ingegno Videro il vero, scritto in molti lati. Onde ciascuno di salir fu degno Dispregiator del rito suo natio All'eterno piacer di questo regno, Ed adorò debitamente un Dio Dei rei terror, consolator dei buoni Pronto a pietade ed al furor restio. [19] Un sonetto che il Dal Balzo (vol. II, p. 56) dice giustamente apocrifo e attribuito a Cino da Pistoia, così incomincia: Messer Boson, lo vostro Manuello, Seguitando l'error de la sua legge Passato è nell'inferno e prova quello Martir ch'è dato a chi non si corregge . . . . Non è con tutta la comune gregge Ma con Dante si sta . . . . APPENDICE I. Imanuele e la sua amante. Qual'era l'amante d'Imanuele Romano, amico di Dante? Ecco una domanda indiscreta anzichè no. Perchè indiscreta? Prima di tutto perchè ne aveva più d'una -- come tutti i poeti -- poi perchè a tanta distanza di tempo è impossibile raccappezzarcisi. Ma le induzioni sono permesse. In una delle sue smaglianti poesie, la sesta delle _Mechaberod_, parla degli occhi di Gemma: [Ebraico: Araìta 'enéi Jémma? Sassòn libì hèmma] Chi era questa Gemma? Noi propendiamo a credere fosse la moglie stessa di Dante, la quale trascurata dal marito, faceva la galante coll'amico Imanuele che frequentava la sua casa. E' una mera supposizione, lo sappiamo, ma nella critica letteraria se non si osa gettare una idea che possa suscitare qualche discussione, non si arriva mai a scoprire la verità. Ne siete convinti? Questo scrivevamo nel _Vessillo Israelitico_, Anno 1890. pag. 342. Quella nostra, diremo così ardita induzione, piacque molto ai critici, fra i quali il dottissimo Modona -- sotto bibliotecario a Parma -- che su Dante e Imanuele ha studiato non poco. Anzi fu lui che prima d'ogni altro pubblicò nel _Vessillo_ stesso (anno 1885, fascicolo XII) il _Bisbiglio_ attribuito a Manuello, tolto dal ms. n. 1289 della Biblioteca dell'Università di Bologna e poi ripubblicato nel 1887 dal prof. Mazzoni, dal ms. d. 5 della Casanatense di Roma per nozze Carducci-Gnaccarini. E poichè abbiamo nominato il Modona aggiungiamo che egli intorno all'amicizia contratta fra i due poeti opina che l'incontro e la dimestichezza di Dante coll'Imanuele siano piuttosto avvenuti a Verona dove certo il primo fu due volte e dove pare assicurato che fosse anche il secondo lungamente, regnante Can Grande della Scala, come risulta dal _Bisbiglio_ dedicato alla Magnificenza del successore del Gran Lombardo_. APPENDICE II. SONETTI DUE Messer Bosone a Manoello Giudeo essendo morto Dante. I. Due lumi son di nuovi spenti al mondo [20] In cui virtù e bellezza si vedea: Pianga la mente tua [21] che già ridea Di quel che di saper toccava il fondo. Pianga la tua del bel viso giocondo Di cui tua lingua tanto ben dicea, O me dolente che pianger dovea Ogni uomo che sta dentro a questo tondo. Et pianga dunque Manuel giudeo E prima pianga il suo proprio danno Poi pianga 'l mal di questo mondo reo. Che sotto 'l sol non fu mai peggior anno: Ma mi conforta ch'io credo che Deo Dante abbia posto in glorioso scanno. [20] Alcuni codici hanno: _Sparti al mondo_. [21] Altri codici: _Piange la mente mia_. Risposta di Manoello a Messer Bosone. II. Io che trassi le lagrime dal fondo De l'abisso del cor, che 'n su le invea Piango che 'l foco del duolo m'ardea Se non fosser le lagrime 'n che abbondo. Chè la lor piova ammorta lo profondo [22] Ardor che del mio mal fuor mi trahea: Per non morir, per tener alta vea A percoter sto forte e non affondo [23]. E ben può pianger Christiano e Giudeo, E ciaschedun seder in tristo scanno: Pianto perpetual m'è fatto reo. Perch'io m'accorgo che quel fu 'l mal anno, Sconfortami ben ch'io veggio che Deo Per invidia del ben fece quel danno. [22] Altre edizioni: _a mortal profondo_. [23] Altre edizioni: _el no ha fonda_. Nota di trascrizione L'ortografia originale è stata preservata, anche nei casi dubbi come: * il cambio di carattere nei versi 74 e 78 del canto XIX del Paradiso, citati a p. 12; * il rientro positivo del verso _E pruni e sterpi sparsi in ogni dove_, a p. 18; * il nome ????? scritto con gershayim (?) a p. 21. I seguenti refusi sono stati corretti: * p.9 nota (2): _Iahrbuch der Deutsch Dante Gesellschaft_ III, Band, 1871, pagine 423o462 -> _Jahrbuch der Deutschen Dante Gesellschaft_, III Band, 1871, pagine 423-462 * p.11 r.7: bibbia -> Bibbia * p.15 r.-12: (_Parad_. c. V, v. 79 81). -> (_Parad_. c. V, v. 79-81). *** END OF THE PROJECT GUTENBERG EBOOK DANTE E GLI EBREI: STUDIO *** Updated editions will replace the previous one—the old editions will be renamed. Creating the works from print editions not protected by U.S. copyright law means that no one owns a United States copyright in these works, so the Foundation (and you!) can copy and distribute it in the United States without permission and without paying copyright royalties. Special rules, set forth in the General Terms of Use part of this license, apply to copying and distributing Project Gutenberg™ electronic works to protect the PROJECT GUTENBERG™ concept and trademark. Project Gutenberg is a registered trademark, and may not be used if you charge for an eBook, except by following the terms of the trademark license, including paying royalties for use of the Project Gutenberg trademark. If you do not charge anything for copies of this eBook, complying with the trademark license is very easy. You may use this eBook for nearly any purpose such as creation of derivative works, reports, performances and research. Project Gutenberg eBooks may be modified and printed and given away—you may do practically ANYTHING in the United States with eBooks not protected by U.S. copyright law. Redistribution is subject to the trademark license, especially commercial redistribution. START: FULL LICENSE THE FULL PROJECT GUTENBERG LICENSE PLEASE READ THIS BEFORE YOU DISTRIBUTE OR USE THIS WORK To protect the Project Gutenberg™ mission of promoting the free distribution of electronic works, by using or distributing this work (or any other work associated in any way with the phrase “Project Gutenberg”), you agree to comply with all the terms of the Full Project Gutenberg™ License available with this file or online at www.gutenberg.org/license. Section 1. General Terms of Use and Redistributing Project Gutenberg™ electronic works 1.A. By reading or using any part of this Project Gutenberg™ electronic work, you indicate that you have read, understand, agree to and accept all the terms of this license and intellectual property (trademark/copyright) agreement. If you do not agree to abide by all the terms of this agreement, you must cease using and return or destroy all copies of Project Gutenberg™ electronic works in your possession. If you paid a fee for obtaining a copy of or access to a Project Gutenberg™ electronic work and you do not agree to be bound by the terms of this agreement, you may obtain a refund from the person or entity to whom you paid the fee as set forth in paragraph 1.E.8. 1.B. “Project Gutenberg” is a registered trademark. It may only be used on or associated in any way with an electronic work by people who agree to be bound by the terms of this agreement. There are a few things that you can do with most Project Gutenberg™ electronic works even without complying with the full terms of this agreement. See paragraph 1.C below. There are a lot of things you can do with Project Gutenberg™ electronic works if you follow the terms of this agreement and help preserve free future access to Project Gutenberg™ electronic works. See paragraph 1.E below. 1.C. The Project Gutenberg Literary Archive Foundation (“the Foundation” or PGLAF), owns a compilation copyright in the collection of Project Gutenberg™ electronic works. Nearly all the individual works in the collection are in the public domain in the United States. If an individual work is unprotected by copyright law in the United States and you are located in the United States, we do not claim a right to prevent you from copying, distributing, performing, displaying or creating derivative works based on the work as long as all references to Project Gutenberg are removed. Of course, we hope that you will support the Project Gutenberg™ mission of promoting free access to electronic works by freely sharing Project Gutenberg™ works in compliance with the terms of this agreement for keeping the Project Gutenberg™ name associated with the work. You can easily comply with the terms of this agreement by keeping this work in the same format with its attached full Project Gutenberg™ License when you share it without charge with others. 1.D. The copyright laws of the place where you are located also govern what you can do with this work. Copyright laws in most countries are in a constant state of change. If you are outside the United States, check the laws of your country in addition to the terms of this agreement before downloading, copying, displaying, performing, distributing or creating derivative works based on this work or any other Project Gutenberg™ work. The Foundation makes no representations concerning the copyright status of any work in any country other than the United States. 1.E. Unless you have removed all references to Project Gutenberg: 1.E.1. The following sentence, with active links to, or other immediate access to, the full Project Gutenberg™ License must appear prominently whenever any copy of a Project Gutenberg™ work (any work on which the phrase “Project Gutenberg” appears, or with which the phrase “Project Gutenberg” is associated) is accessed, displayed, performed, viewed, copied or distributed: This eBook is for the use of anyone anywhere in the United States and most other parts of the world at no cost and with almost no restrictions whatsoever. You may copy it, give it away or re-use it under the terms of the Project Gutenberg License included with this eBook or online at www.gutenberg.org. If you are not located in the United States, you will have to check the laws of the country where you are located before using this eBook. 1.E.2. If an individual Project Gutenberg™ electronic work is derived from texts not protected by U.S. copyright law (does not contain a notice indicating that it is posted with permission of the copyright holder), the work can be copied and distributed to anyone in the United States without paying any fees or charges. If you are redistributing or providing access to a work with the phrase “Project Gutenberg” associated with or appearing on the work, you must comply either with the requirements of paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 or obtain permission for the use of the work and the Project Gutenberg™ trademark as set forth in paragraphs 1.E.8 or 1.E.9. 1.E.3. If an individual Project Gutenberg™ electronic work is posted with the permission of the copyright holder, your use and distribution must comply with both paragraphs 1.E.1 through 1.E.7 and any additional terms imposed by the copyright holder. Additional terms will be linked to the Project Gutenberg™ License for all works posted with the permission of the copyright holder found at the beginning of this work. 1.E.4. Do not unlink or detach or remove the full Project Gutenberg™ License terms from this work, or any files containing a part of this work or any other work associated with Project Gutenberg™. 1.E.5. Do not copy, display, perform, distribute or redistribute this electronic work, or any part of this electronic work, without prominently displaying the sentence set forth in paragraph 1.E.1 with active links or immediate access to the full terms of the Project Gutenberg™ License. 1.E.6. You may convert to and distribute this work in any binary, compressed, marked up, nonproprietary or proprietary form, including any word processing or hypertext form. However, if you provide access to or distribute copies of a Project Gutenberg™ work in a format other than “Plain Vanilla ASCII” or other format used in the official version posted on the official Project Gutenberg™ website (www.gutenberg.org), you must, at no additional cost, fee or expense to the user, provide a copy, a means of exporting a copy, or a means of obtaining a copy upon request, of the work in its original “Plain Vanilla ASCII” or other form. Any alternate format must include the full Project Gutenberg™ License as specified in paragraph 1.E.1. 1.E.7. Do not charge a fee for access to, viewing, displaying, performing, copying or distributing any Project Gutenberg™ works unless you comply with paragraph 1.E.8 or 1.E.9. 1.E.8. You may charge a reasonable fee for copies of or providing access to or distributing Project Gutenberg™ electronic works provided that: • You pay a royalty fee of 20% of the gross profits you derive from the use of Project Gutenberg™ works calculated using the method you already use to calculate your applicable taxes. The fee is owed to the owner of the Project Gutenberg™ trademark, but he has agreed to donate royalties under this paragraph to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation. Royalty payments must be paid within 60 days following each date on which you prepare (or are legally required to prepare) your periodic tax returns. Royalty payments should be clearly marked as such and sent to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation at the address specified in Section 4, “Information about donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation.” • You provide a full refund of any money paid by a user who notifies you in writing (or by e-mail) within 30 days of receipt that s/he does not agree to the terms of the full Project Gutenberg™ License. You must require such a user to return or destroy all copies of the works possessed in a physical medium and discontinue all use of and all access to other copies of Project Gutenberg™ works. • You provide, in accordance with paragraph 1.F.3, a full refund of any money paid for a work or a replacement copy, if a defect in the electronic work is discovered and reported to you within 90 days of receipt of the work. • You comply with all other terms of this agreement for free distribution of Project Gutenberg™ works. 1.E.9. If you wish to charge a fee or distribute a Project Gutenberg™ electronic work or group of works on different terms than are set forth in this agreement, you must obtain permission in writing from the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, the manager of the Project Gutenberg™ trademark. Contact the Foundation as set forth in Section 3 below. 1.F. 1.F.1. Project Gutenberg volunteers and employees expend considerable effort to identify, do copyright research on, transcribe and proofread works not protected by U.S. copyright law in creating the Project Gutenberg™ collection. Despite these efforts, Project Gutenberg™ electronic works, and the medium on which they may be stored, may contain “Defects,” such as, but not limited to, incomplete, inaccurate or corrupt data, transcription errors, a copyright or other intellectual property infringement, a defective or damaged disk or other medium, a computer virus, or computer codes that damage or cannot be read by your equipment. 1.F.2. LIMITED WARRANTY, DISCLAIMER OF DAMAGES - Except for the “Right of Replacement or Refund” described in paragraph 1.F.3, the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, the owner of the Project Gutenberg™ trademark, and any other party distributing a Project Gutenberg™ electronic work under this agreement, disclaim all liability to you for damages, costs and expenses, including legal fees. YOU AGREE THAT YOU HAVE NO REMEDIES FOR NEGLIGENCE, STRICT LIABILITY, BREACH OF WARRANTY OR BREACH OF CONTRACT EXCEPT THOSE PROVIDED IN PARAGRAPH 1.F.3. YOU AGREE THAT THE FOUNDATION, THE TRADEMARK OWNER, AND ANY DISTRIBUTOR UNDER THIS AGREEMENT WILL NOT BE LIABLE TO YOU FOR ACTUAL, DIRECT, INDIRECT, CONSEQUENTIAL, PUNITIVE OR INCIDENTAL DAMAGES EVEN IF YOU GIVE NOTICE OF THE POSSIBILITY OF SUCH DAMAGE. 1.F.3. LIMITED RIGHT OF REPLACEMENT OR REFUND - If you discover a defect in this electronic work within 90 days of receiving it, you can receive a refund of the money (if any) you paid for it by sending a written explanation to the person you received the work from. If you received the work on a physical medium, you must return the medium with your written explanation. The person or entity that provided you with the defective work may elect to provide a replacement copy in lieu of a refund. If you received the work electronically, the person or entity providing it to you may choose to give you a second opportunity to receive the work electronically in lieu of a refund. If the second copy is also defective, you may demand a refund in writing without further opportunities to fix the problem. 1.F.4. Except for the limited right of replacement or refund set forth in paragraph 1.F.3, this work is provided to you ‘AS-IS’, WITH NO OTHER WARRANTIES OF ANY KIND, EXPRESS OR IMPLIED, INCLUDING BUT NOT LIMITED TO WARRANTIES OF MERCHANTABILITY OR FITNESS FOR ANY PURPOSE. 1.F.5. Some states do not allow disclaimers of certain implied warranties or the exclusion or limitation of certain types of damages. If any disclaimer or limitation set forth in this agreement violates the law of the state applicable to this agreement, the agreement shall be interpreted to make the maximum disclaimer or limitation permitted by the applicable state law. The invalidity or unenforceability of any provision of this agreement shall not void the remaining provisions. 1.F.6. INDEMNITY - You agree to indemnify and hold the Foundation, the trademark owner, any agent or employee of the Foundation, anyone providing copies of Project Gutenberg™ electronic works in accordance with this agreement, and any volunteers associated with the production, promotion and distribution of Project Gutenberg™ electronic works, harmless from all liability, costs and expenses, including legal fees, that arise directly or indirectly from any of the following which you do or cause to occur: (a) distribution of this or any Project Gutenberg™ work, (b) alteration, modification, or additions or deletions to any Project Gutenberg™ work, and (c) any Defect you cause. Section 2. Information about the Mission of Project Gutenberg™ Project Gutenberg™ is synonymous with the free distribution of electronic works in formats readable by the widest variety of computers including obsolete, old, middle-aged and new computers. It exists because of the efforts of hundreds of volunteers and donations from people in all walks of life. Volunteers and financial support to provide volunteers with the assistance they need are critical to reaching Project Gutenberg™’s goals and ensuring that the Project Gutenberg™ collection will remain freely available for generations to come. In 2001, the Project Gutenberg Literary Archive Foundation was created to provide a secure and permanent future for Project Gutenberg™ and future generations. To learn more about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation and how your efforts and donations can help, see Sections 3 and 4 and the Foundation information page at www.gutenberg.org. Section 3. Information about the Project Gutenberg Literary Archive Foundation The Project Gutenberg Literary Archive Foundation is a non-profit 501(c)(3) educational corporation organized under the laws of the state of Mississippi and granted tax exempt status by the Internal Revenue Service. The Foundation’s EIN or federal tax identification number is 64-6221541. Contributions to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation are tax deductible to the full extent permitted by U.S. federal laws and your state’s laws. The Foundation’s business office is located at 809 North 1500 West, Salt Lake City, UT 84116, (801) 596-1887. Email contact links and up to date contact information can be found at the Foundation’s website and official page at www.gutenberg.org/contact Section 4. Information about Donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation Project Gutenberg™ depends upon and cannot survive without widespread public support and donations to carry out its mission of increasing the number of public domain and licensed works that can be freely distributed in machine-readable form accessible by the widest array of equipment including outdated equipment. Many small donations ($1 to $5,000) are particularly important to maintaining tax exempt status with the IRS. The Foundation is committed to complying with the laws regulating charities and charitable donations in all 50 states of the United States. Compliance requirements are not uniform and it takes a considerable effort, much paperwork and many fees to meet and keep up with these requirements. We do not solicit donations in locations where we have not received written confirmation of compliance. To SEND DONATIONS or determine the status of compliance for any particular state visit www.gutenberg.org/donate. While we cannot and do not solicit contributions from states where we have not met the solicitation requirements, we know of no prohibition against accepting unsolicited donations from donors in such states who approach us with offers to donate. International donations are gratefully accepted, but we cannot make any statements concerning tax treatment of donations received from outside the United States. U.S. laws alone swamp our small staff. Please check the Project Gutenberg web pages for current donation methods and addresses. Donations are accepted in a number of other ways including checks, online payments and credit card donations. To donate, please visit: www.gutenberg.org/donate. Section 5. General Information About Project Gutenberg™ electronic works Professor Michael S. Hart was the originator of the Project Gutenberg™ concept of a library of electronic works that could be freely shared with anyone. For forty years, he produced and distributed Project Gutenberg™ eBooks with only a loose network of volunteer support. Project Gutenberg™ eBooks are often created from several printed editions, all of which are confirmed as not protected by copyright in the U.S. unless a copyright notice is included. Thus, we do not necessarily keep eBooks in compliance with any particular paper edition. Most people start at our website which has the main PG search facility: www.gutenberg.org. This website includes information about Project Gutenberg™, including how to make donations to the Project Gutenberg Literary Archive Foundation, how to help produce our new eBooks, and how to subscribe to our email newsletter to hear about new eBooks.