Title: Dopo il veglione o viceversa
Author: Roberto Bracco
Release date: November 5, 2011 [eBook #37936]
Language: Italian
Credits: Produced by Carlo Traverso, Claudio Paganelli, Barbara Magni, and the Online Distributed Proofreading Team at http://www.pgdp.net
PROPRIETÀ LETTERARIA
I diritti di riproduzione e di traduzione sono riservati per tutti i paesi, non escluso il Regno di Svezia e quello di Norvegia.
È assolutamente proibito di rappresentare questi lavori senza il consenso scritto dell'Autore (Art. 14 del Testo Unico 17 Settembre 1882).
Published in Palermo, 10th. June Privilege of Copyright in the United States reserved under the Act approved March 3rd. 1905, by Roberto Bracco and Remo Sandron.
Off. Tip. Sandron — 126 — I — 290312.
(Scherzo comico per cafè-chantant, musicato dal Maestro Umberto Mazzone, scritto apposta per Nicola Maldagea e Amelia Faraone, eseguito per la prima volta al Salone Margherita di Napoli, nel 1893).
PERSONAGGI:
Lui e Lei.
La scena rappresenta un elegante salottino intimo con un paravento.
Lei è vestita da uomo. Lui, «viceversa», è vestito da donna. E tutti e due portano il domino e la maschera.
Lui si burla di Lei, e Lei si burla di Lui.
Dal cappuccio di Lei scappano i riccioli della parrucca maschile; da quello di Lui scappano i riccioli della parrucca femminile.
Sicchè, Lui è convinto che Lei sia un uomo: Lei è convinta che Lui sia una donna.
Lei si avanza conducendo Lui, graziosamente, per mano.
Siam giunti, mascherina....Vi prego, favorite:la casa è un po' piccina:è casa da garçon.Non è degna di voi,lo so, ma compatite....chè, in fin dei conti, poi,in due ci si sta ben.
Perchè vi confondete?Non sono una regina...Tutt'altro! Mi potetetrattare sans façon.Io faccio, lo confesso,o un po' la ballerinao... quel che faccio adesso:ecco, nè più nè men.
Mi par che se la beva:mi tratta da merlotto!Non sa qual figlia... d'Evale si nasconde in me!
Ch'io sia davvero donnaconvinto è il giovinotto.Non sa sotto la gonnache pezzo d'uomo c'è.
Oh! Sesso, mio nemico!Perchè non sei diverso?Dice quel motto antico:«ciò che si lascia è perso.»
(Poi Lei, accennando a Lui, e Lui, accennando a Lei:)
E che faràquando per forzacompariràda questa scorzal'imprevedibileche dentro sta?Si morderàle dieci ditae impareràche nella vitarompe le scatolela realtà.
Toglietevi la maschera,scopritevi il visino.Dagli occhi l'indovino:dev'essere divino!
Datemi il buon esempio,gentil giovanottino.È troppo sibillinocotesto mascherino.
Almen fate ch'io guardiun sol piedino vostro.
No, no, no, no!... Più tardi....Più tardi ve lo mostro.
Avete, tale e quale,l'aria d'una novizia!
Ma pure, in generale,è sempre l'uom che inizia!
E allora, o dolce incognita,sta ben: vi servirò.
(Voltando le spalle e preparandosi a togliersi la maschera — tra sè:)
Ho quasi quasi scrupolodi aver tardato un po'.
Sbrigatevi! Sbrigatevi!
Frenate l'ansietà.
(fingendo un accento di ansia infrenabile)
Non posso.... Il cor mi palpita....
(buttando via il mascherino e sbottonando il domino, appare vestita da uomo, in frak e cravatta bianca: ma le forme del corpo ed il viso rivelano la perfetta muliebrità.)
Son donna: eccomi qua!
Oh che fortuna!
Donna?
Ma sì! Donna! Donnissima!
Non sa sotto la gonnache pezzo d'uomo c'è!
Ne siete ben sicura?
O bella!... Sicurissima!
Graziosa è l'avventura!
Donna!?...
Credete a me.
In questa trappolache lei parò,lei stessa capita,e uscir non può.L'ora propiziaattender vo'ed in questi abitiresto perciò.Funger da femminanon vorrei più,ma... è triste l'epoca:l'uomo... sta giù.
Si agita! Brontola!Ci spera ancor?
(Indicando con un dito il proprio viso)
Han forse gli uominiil mio color?...Se dall'equivoconon vengo fuor,lei non rinunziaal sogno d'or.
(accennando al frak e ai calzoni)
Queste visibilimaschie virtù,per non più illuderla,butterò giù.
(Corre in gran fretta dietro il paravento.)
E dite: m'è concessosaper che fate, adesso?
Io voglio del mio sessoriprendere possesso.
Sì, presto, presto, presto!
Mi svesto...
... e mi rivesto.
Se vengo, vi molesto?
Restate lì.
Ci resto.
(Lui, or drizzandosi sulla punta dei piedi, ora guardando tra le connessure del paravento, ora salendo sopra una seggiola, assiste alla toletta di Lei, e si frega le mani, ammira, si entusiasma, s'inebria. Intanto, Lei, svestendosi, getta di qua dal paravento il parrucchino, il frak, il panciotto, la camicia, i calzoni, che Lui raccoglie, osserva, esamina.)
Sono pronta, amica mia.
Santi numi, com'è bella!
E vi par che un uomo io sia?
Non è faccia d'uomo quella!
(pavoneggiandosi, con le mani nei fianchi)
Osservate il corpicino....
Oh! lo vedo ch'è un gioiello.
Osservatemi il piedino....
Oh! non è piè d'uomo, quello!
Perdonate, dunque, cara,questo scherzo: è carnevale....
(dimenticando di dover sembrar donna)
Vi perdonerò se avaranon sarete voi con me....
Che volete? Non comprendo.
Un bacino.... Non fa male!
Ve lo do.
(per cortesia lo bacia, in fretta, sul mento.)
Io ve lo rendo.
Non c'è sugo....
Sì che c'è!
Ma, signora! Che vi piglia?
(impappinandosi, cerca di giustificarsi)
Mi sembrate... una mia zia...
In che cosa mi somiglia?!
Una vera simmetria!
Basta!... basta!... Non stringete....
Non la vedo da tanti anni!...
Ma, in sostanza, voi... chi siete?
Io?... Non sono... nei miei panni!...
(Corre, alla sua volta, dietro il paravento, portando seco gli abiti d'uomo che Lei indossava.)
E dite: m'è concessosaper che fate, adesso?
Io voglio del mio sessoriprendere possesso.
E che vuol dire questo?!
Mi svesto... e mi rivesto...
Se vengo, vi molesto?
Venite pur....
No!... Resto.
(Ricomincia la mimica. Lei, come ha fatto Lui, punta dalla curiosità, cerca di vedere quel che avviene dietro il paravento; ed osserva, inquieta, la roba che Lui, svestendosi, le fa piovere addosso, cioè il domino, il mascherino, la parrucca, le imbottiture con cui aveva improvvisate le forme di donna.
Finalmente, vengono giù la gonna e la sottana. Lei, sempre più curiosa, sale sopra la seggiola, vede... e dà un grido quasi di spavento. Quindi scende precipitosamente, e, indignata, aspetta.)
(comparisce, pavoneggiandosi, vestito degli abiti maschili di Lei, che gli vanno male; e, poichè Lei ha un gesto d'ira e di sdegno, le si ginocchia ai piedi.)
Voi, dunque, siete un uomo?!Se non uscite subito,chiamo la polizia!
Sì... forse sono un uomo;ma vi prego di credere... che non è colpa mia.
(A poco a poco, Lei s'intenerisce e gli apre le braccia.)
Sarai mio prigionieroinsino al far del giorno.Del mondo, ch'è ciarliero,non me ne importa un corno....Nella prigione oscuraio ti giudicherò,ma non aver paura:per te clemenza avrò!
Sarò tuo prigionieroinsino al far del giorno.Del mondo, ch'è ciarliero,non me ne importa un corno.Io non avrò paura,e a te mi affideròin questa mia cattura,senza dir mai di no.
Non so chi sei, che fai,ma già ti voglio bene so che m'amerai....fino a domani almen.Tra poco, o belle o brutte,in quella oscurità,ci sveleremo tuttele generalità.Ahimè, soltanto al buionon si nasconde niente.Può il buio, immantinente,scoprir... la verità.
(Qui, cala la tela, tardi ma in tempo.)
*** END OF THIS PROJECT GUTENBERG EBOOK DOPO IL VEGLIONE ***