Title: Mesmer e il magnetismo
Author: A. Mosso
Release date: July 10, 2013 [eBook #43179]
Language: Italian
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LA
VITA ITALIANA
DURANTE LA
Rivoluzione francese e l'Impero
Conferenze tenute a Firenze nel 1896
DA
Cesare Lombroso, Angelo Mosso, Anton Giulio Barrili, Vittorio Fiorini, Guido Pompilj, Francesco Nitti, E. Melchior de Vogüé, Ferdinando Martini, Ernesto Masi, Giuseppe Chiarini, Giovanni Pascoli, Adolfo Venturi, Enrico Panzacchi.
MILANO
FRATELLI TREVES, EDITORI
1897.
PROPRIETÀ LETTERARIA
Riservati tutti i diritti.
Tip. Fratelli Treves.
Su Mesmer e sul magnetismo animale si scrissero tanti libri che se ne farebbe una biblioteca. La libreria di Washington, che serve ai medici militari, conteneva, nel 1887, venti giornali tra vivi e morti, e duecento dieci tra libri e memorie che discorrono esclusivamente del magnetismo animale.[1] Ciò s'intende senza tener calcolo delle riviste di medicina, di filosofia e di letteratura e tanto meno dei giornali quotidiani dove gli articoli su Mesmer sono così strabocchevoli che sarà difficile dare l'inventario anche solo dei migliori.[2] Dieci anni or sono, quando venne in Italia il celebre magnetizzatore Donato, feci io [60] pure qualche studio su tale argomento e scrissi due articoli nella Nuova Antologia.[3]
Invitato da questa onorevole Società Fiorentina di pubbliche letture, a parlare dinanzi a voi su Mesmer e il magnetismo animale, cercai nei periodici italiani del secolo scorso, ed alcuni amici benevoli intrapresero altre indagini negli Archivi di Torino, di Firenze e di Venezia. Non avendo trovato documenti abbastanza importanti per fare una conferenza sul magnetismo nella vita italiana durante la rivoluzione e l'impero, rifiutai l'invito fattomi.
Mesmer fu come una meteora che sorse e scomparve rapidamente poco prima che scoppiasse la più grande tempesta che ricordi la storia moderna. L'anarchia, la rivoluzione e la conquista dell'Italia per parte dei francesi, seguirono con tale prontezza che la dottrina di Mesmer non ebbe tempo di metter radice fra noi. Un dottore di Torino, certo Giraud, cercava a quel tempo di farsi strada col magnetismo, ma il pubblico aveva tutt'altro da pensare.[4]
E però mi scusai di non poter accettare; ma [61] era per me un onore così grande l'entrare a far parte di questo ciclo giustamente rinomato di conferenzieri: era per me una fortuna così inaspettata di ritornare a Firenze dove ho passato due anni come studente, che ho finito col cedere alle cortesi insistenze. Mi affidai alla vostra benevolenza e pensai che mi avreste compatito sapendo che sciolgo un voto di gratitudine verso questa città nella quale è cominciata la mia carriera di fisiologo e dove mi sorridono sempre tante felici ricordanze della giovinezza.
Mesmer fu un mistico. — In questo momento nel quale per cause eguali a quelle del secolo scorso, va riaccendendosi il misticismo, non sarà inutile studiare la vita di questo medico che tentò fondare una nuova filosofia della Natura, che mise in evidenza alcuni fenomeni singolari che può presentare il sistema nervoso, e dimostrò colle sue esperienze quanto sia instabile l'equilibrio della ragione umana e quanto sia cieca la credulità del pubblico.
Pochi anni di storia dell'ipnotismo alla fine del secolo scorso bastano per far comprendere la natura del magnetismo animale. Ricucirò insieme i documenti che ho raccolti intorno al breve periodo che passa tra il 1774 e il 1784, e vi aggiungerò pochissimo del mio.
La tendenza di Mesmer al misticismo apparve evidente fino dal suo primo scritto, nella sua dissertazione di laurea trattando dell'influenza che i pianeti esercitano sul corpo umano.[5]
Nel 1774 Mesmer curava a Vienna una signorina di ventinove anni, per nome Esterlina. Una fanciulla isterica che soffriva di convulsioni, con dolori, delirii e sincope.
A quel tempo era a Vienna un gesuita, il padre Hell, professore di astronomia, il quale credeva, come altri avevano creduto prima di lui, che la calamita esercitasse una influenza sull'organismo umano. Le prime osservazioni intorno a questo argomento, tanto dibattuto ancora oggi, le troviamo nelle opere del medico e filosofo Cardano, uno degli umanisti e delle menti più vaste della Rinascenza. Cardano nel libro settimo del suo trattato De subtilitate, al paragrafo Magnes, racconta di alcuni esperimenti fatti da un empirico a Milano il quale per mezzo della calamita rendeva insensibile il braccio. Cardano provò sopra sè stesso e vide che poteva piantare [63] nella pelle un ago magnetizzato senza sentire alcuna molestia. Sappiamo però che Cardano era un neuropatico, il quale poteva ipnotizzarsi da sè medesimo quando voleva. Nel libro decimottavo del medesimo trattato, Cardano scrisse tali cose intorno alla potenza dei sogni e alla telepatia da metterci in dubbio sulla attendibilità delle sue esperienze intorno ad un'azione qualsiasi della calamita. Egli però intravide le applicazioni che potevano farsi della calamita contro il dolore e disse “se questo è vero, quale guadagno se ne potrà fare?„ ma le sue speranze non si verificarono. L'ultimo lavoro su questo argomento[6] fu scritto da uno dei più celebri fisiologi della Germania, l'Hermann. Nel titolo il professore di Königsberg si fa la domanda: “Ha il campo magnetico delle azioni fisiologiche dirette?„ e la risposta che risulta da tutte le esperienze diligentemente raccolte, è negativa.
Mesmer racconta che si fece prestare delle calamite dal padre Hell.[7] Applicati tre di questi ferri calamitati l'uno sul petto e due sulle gambe della damigella Esterlina, questa disse che sentiva [64] delle correnti dolorose, come di una materia sottile che scorresse sotto la pelle, e dopo vari giri questa corrente si dirigeva verso la parte inferiore del corpo, di dove uscitane scomparivano gli accessi e per parecchie ore essa poteva riposare tranquilla. Dopo qualche giorno Mesmer comunicò questi risultati al padre Hell. Mesmer soggiunge che il padre Hell, abusando della sua celebrità nell'astronomia, pubblicò subito nei giornali la scoperta attribuendola a sè.
Il padre Hell ed il Baldinger[8] scrissero parecchie memorie sull'azione che il magnete esercita sopra alcune malattie. Mesmer combattè questi scritti dicendo che il magnetismo animale era cosa diversa dal fluido magnetico della calamita, e che in tale distinzione stava l'importanza della scoperta sua.
Per far capire meglio le idee di Mesmer, racconterò le esperienze da lui fatte col celebre medico e fisiologo Ingenhousze.[9]
Ecco una delle esperienze fatte insieme a Mesmer sulla damigella Esterlina.[10] L'ammalata [65] dopo un accesso di convulsioni era caduta in sincope. Ingenhousze si avvicinò al letto mentre Mesmer se ne allontanò: poi questi gli disse di toccare l'ammalata; Ingenhousze lo fece, ed essa non si mosse. Mesmer allora disse ad Ingenhousze di avvicinarsi a lui, lo toccò e gli strinse le mani per comunicargli il magnetismo. Dopo, essendosi Ingenhousze diretto un'altra volta verso l'ammalata ed avendola toccata, si manifestò in essa un forte accesso di convulsioni.
Si ripetè l'esperienza, e sempre nelle parti che Ingenhousze toccava si produceva dopo il contatto un forte movimento che prima non c'era.
Mesmer propose una seconda esperienza. Magnetizzò una tazza di porcellana scelta da Ingenhousze tra sei che erano nella stanza. Fatte applicare queste sei tazze sulla mano della malata, quando giunse quella che egli aveva toccata, essa fece un movimento dando segno di dolore.
Questa fanciulla isterica non aveva neppure bisogno che un corpo magnetizzato la toccasse. Mettendosi Mesmer alla distanza di otto passi e puntando verso di lei le dita, producevasi egualmente l'insulto delle convulsioni.
Quest'ultima esperienza è la sola importante di quelle che ho qui ricordato. Molti credono ancora oggi all'esistenza di un fluido magnetico col quale una persona può magnetizzarne un'altra. [66] Questo fluido non esiste. Per convincersene basta ricordare che alcuni, come Cardano, riescono a magnetizzarsi da soli guardando un oggetto luminoso o pensando semplicemente al sonno ipnotico.
Pochi giorni dopo Ingenhousze disse agli amici che tutto era una farsa ed una soperchieria ridicola e combinata.
Mesmer si rivolse alla Facoltà medica di Vienna, perchè nominasse una commissione: ma la signorina Esterlina aveva preso marito, le convulsioni erano scomparse e non volle più sentir parlare di Mesmer.
Nel febbraio del 1778 Mesmer arrivò a Parigi. Quale sia l'ambiente nel quale ora vedremo aggirarsi la figura di Mesmer, quale il fondo del quadro che presentava allora la città di Parigi, non sono io che possa dire. Le pagine immortali del Taine nelle Origines de la France contemporaine hanno rappresentato quella società nelle sue metamorfosi, quando passò dallo stato feudale alla vita moderna con delle convulsioni che parvero mortali e dalle quali si è risvegliata più forte.
[67] Mesmer aprì subito a Creteil una casa di salute. Quando uno arriva a Parigi dalla strada di Lione vede a destra Creteil guardando verso la Marna. È in una di queste case che Mesmer aveva raccolto i suoi primi malati quando due mesi dopo il suo arrivo invitò l'Accademia di Medicina a prendere conoscenza del suo nuovo metodo di cura. Non accennerò le lotte che Mesmer sostenne a Parigi coll'Accademia di Medicina e colla Facoltà medica:[11] racconterò solo come cominciarono le sue peripezie.
Tutti i Commissari si erano riuniti ed erano pronti a partire in carrozza per andare a Creteil quando fu loro rimessa una lettera la quale diceva “che i malati del signor Mesmer avevano ricevuto qualche giorno prima la visita di un gran principe e che ciò aveva fatto in essi un grande effetto; che la visita dei Commissari faceva temere un altro sconvolgimento, che i malati erano tutte persone di condizione e non potevano essere trattati come la feccia del popolo. Mesmer sperava volesse la Società reale di medicina rimandare la sua visita fino a che non vi fosse un miglioramento.„[12]
Questa lettera era accompagnata dai certificati [68] di quattro persone guarite, e Mesmer soggiungeva che questi documenti tenevano luogo della visita progettata.
Malgrado il dissenso che subito scoppiò tra Mesmer ed i medici di Parigi, la clientela del medico tedesco diveniva ogni giorno più numerosa. Mesmer prima si stabilì all'Hôtel Bouret sulla piazza Vendôme e poi trasportò la sua clinica all'Hôtel Bullion vicino alla Borsa.
La società parigina era preparata per il trionfo di Mesmer, l'ambiente era elettrizzato, bastava una piccola scintilla perchè il magnetismo si propagasse in tutta la Francia.
Mesmer era un uomo alto della persona, molto elegante e di aspetto piacevole. Alcuni gli hanno rimproverato la mancanza di spirito e di talento letterario. Certo le cose che scrisse sono di gran lunga inferiori per lo stile alle semplici lettere di alcune donne che scrivevano senza la preoccupazione che altri avrebbe visto stampate le loro lettere: quelle lettere intime sfuggite dalla penna, e delle quali noi ammiriamo ancora oggi la perfezione nell'arte del comporre di quei tempi.
La fortuna sua Mesmer la deve al misticismo, [69] all'aspirazione verso le cose occulte, che ha tormentato in ogni tempo l'umanità.
Mesmer paragonava con enfasi la sua scoperta a quella del telescopio e del microscopio e diceva che il magnetismo apriva un nuovo mondo allo sguardo.
L'umiltà non è stata una delle virtù di Mesmer. Sentite il suo stile:
“La maggior parte delle proprietà della materia organizzata, quali la coesione, l'elettricità, la gravità, il fuoco, la luce, l'elasticità, l'irritabilità animale, che sino ad ora erano considerate come qualità occulte, saranno spiegate coi miei principii, e sarà messo in evidenza il loro meccanismo.
“Mi vanto di aver gettato una nuova luce sulla teoria dei sensi e dell'istinto.
“Ho la certezza che gli stati che fanno più paura, come la pazzia, l'epilessia e la maggior parte delle convulsioni, sono il più spesso gli effetti funesti dell'ignoranza dei fenomeni dei quali parlo, e dell'impotenza dei mezzi impiegati dalla medicina per curarli: che quasi tutte queste malattie non sono altro che delle crisi sconosciute e degenerate: che in fine vi sono poche circostanze dove non si possa prevenirle e guarirle.„[13]
[70] Il magnetismo animale fu da Mesmer applicato quasi esclusivamente alla cura delle malattie nervose. Perchè? Ecco come Bailly, che fu uno dei più celebri oppositori del Mesmer, rispose già nel secolo scorso a tale domanda.
“Si vede che gli uomini affetti apparentemente dalla medesima malattia, guariscono seguendo regimi affatto contrari, prendendo rimedi interamente diversi. La natura è dunque abbastanza forte per mantenere la vita malgrado un regime cattivo e può trionfare del male e del rimedio. Se l'organismo ha questa potenza di resistere ai rimedi, a più forte ragione esso ha il potere di agire senza di essi. L'esperienza della efficacia dei rimedi ha dunque sempre qualche incertezza. Quando si tratta del magnetismo vi è una incertezza di più, quella della sua esistenza.„
La scienza non aveva fatto mai dei progressi tanto rapidi quanto a quel tempo. Basta ricordare Lavoisier, Laplace, Lagrange, Berthollet, Buffon, Hauy, e molti altri che aprirono delle vie nuove e feconde nello studio della Natura. Ma il pubblico era stanco e come stizzito per il trionfo dello spirito scientifico che aveva invaso la società.
[71] Negli strati inferiori, nella maggioranza del popolo francese si preparava lentamente una reazione contro la scienza, contro l'indirizzo matematico e positivo che erasi dato alla filosofia cominciando da La Mettrie e Voltaire arrivando agli enciclopedisti Diderot e D'Alembert. Fu la ribellione della folla contro la scienza che diede a Mesmer la sua forza.
Mesmer aveva anche l'ascendente di essere straniero. Ora forse non gioverebbe più; ma a quell'epoca in Francia fu un elemento di successo per i fautori di Mesmer, il poter ribellarsi ai medici di Parigi. Si era stufi di vederli andare in giro con quei loro abiti lugubri, bisognava dar loro una lezione, perchè non avevano mai capito nulla, e doveva finalmente venire di lontano un medico per far conoscere un mezzo universale di guarire e di preservare gli uomini. La medicina di Mesmer era una cosa popolare, che tutti capivano, e questa fu un'altra ragione del suo successo.
Vi è una sola malattia, diceva il taumaturgo, e questa prende forme ed aspetti molteplici. Vi è un solo rimedio, e questo è il magnetismo animale.
Il magnetismo animale fu come una valvola che si aprì, e per la quale ebbe sfogo la tensione lungamente compressa di quella parte della società che in ogni tempo si mantiene impermeabile ai progressi della scienza.
Il famoso baquet di Mesmer era una tinozza come lo dice il nome, ossia un mastello alto poco più di mezzo metro fatto di legno di quercia. Nel fondo vi erano dei buchi che comunicavano con una cassa sottostante, come se la tinozza avesse un doppio fondo. Da questi buchi uscivano delle spranghe di ferro piegate ad angolo retto in modo che potevano girare.
I malati si mettevano attorno a questo mastello in parecchi ordini, e ciascuno teneva la spranga di ferro rivolta verso la parte malata. Una corda era tirata intorno al corpo degli astanti per riunirli. Qualche volta si faceva una seconda catena colle braccia e per stringersi meglio si stendevano le mani l'uno all'altro afferrandosi reciprocamente il pollice e l'indice.
Un pianoforte messo in un angolo della sala suonava, e spesso accompagnava il canto di una voce melodiosa.
Mesmer aveva parecchi medici che lo aiutavano, perchè quando la sala era affollata non bastava da solo.
Questi, dice la cronaca, erano scelti da Mesmer tra i più giovani e i più belli dei suoi discepoli. [73] Gli ammalati erano già disposti in circolo intorno al baquet, quando cominciava la seduta di magnetismo. Mesmer si presentava nella sala vestito di seta color lilla. I medici tenevano in mano una bacchetta di ferro, e toccavano gli ammalati sulla faccia dietro la testa e sulla parte malata. Facevano dei cenni e talora palpavano colle dita. La cosa più importante, diceva Mesmer, era di saper dirigere bene i poli magnetici; senza di ciò non potevasi ottenere alcun effetto.
Quando l'azione della bacchetta di ferro e il contatto colle dita e i passi magnetici non bastavano, si aggiungeva l'effetto psichico di uno sguardo intenso, e colle mani si premeva dolcemente l'addome. Se questo non bastava a provocare una crisi, Mesmer prendeva un contegno assai più intimo ed energico. Si sedeva davanti alla malata e stringeva le gambe e i ginocchi della paziente tra le sue gambe e le sue ginocchia, le applicava le mani sul basso ventre e quanto più era possibile nella direzione dell'ovaia, e scorreva palpando sulle parti più sensibili del corpo, mentre gli occhi ardentemente fissi in quelli della malata andavano avvicinandosi fino a che le bocche quasi si toccavano.
Intorno alla cronaca scandalosa del magnetismo animale vi sarebbe molto da dire. Si stampò anche un poema, la Mesmeriade, che per quante ricerche io n'abbia fatte non mi è stato possibile di leggere.
Nel libro del Morand[14] è stampata la relazione secreta fatta al Re Luigi XVI sui pericoli che correvano i buoni costumi per la pratica del magnetismo. Non tutte le donne che andavano a farsi magnetizzare erano malate. Ma non posso fermarmi su tale argomento.
Mesmer aveva saputo far venir di moda la sensibilità. Il magnetismo era un mezzo per conoscere chi era più sensibile e la società elegante si compiaceva di queste esperienze.
In un libro stampato alla macchia col titolo Choix des mémoires secrets pour servir à l'Histoire de la République des Lettres, depuis l'année 1762 jusque et y compris 1785, ho trovato il seguente aneddoto del 27 aprile 1784.
“Cela devient un spectacle. Derniérement Mde. [75] la princesse de Lamballe, avec une dame de la suite, est allée chez le docteur Mesmer, comme il magnétisoit. Il n'y avait pas moyen de refuser une princesse, et malgrè la parole donnée par ce médecin aux malades, S. A. les a vus entourant le baquet mysterieux, et s'y livrant à toutes les simagrées qu'il leur fait faire. Les femmes surtout ont été très-scandalisées d'une semblable curiosité; car ce sont elles qui éprouvent les plus singulières convulsions, tenant beaucoup des extases du plaisir: aussi sont-elles les plus ardentes à prôner le mesmérisme.„[15]
La principessa di Lamballe aveva voluto farsi magnetizzare e Mesmer non essendo riuscito si era sparsa la voce tra il popolo che il sangue reale resisteva al magnetismo.[16]
Povera principessa Lamballe! essa era nata nella Casa di Savoja Carignano e nel settembre del 1792 cadde vittima nelle mani dei sans-culottes. Taine nella Conquête Jacobine ci fa conoscere la figura triste di quel Petit-Mamain che l'uccise.[17] Era il figlio di un albergatore e passeggiava con una scimitarra al fianco e due pistole alla cintola al Palais Royal, accompagnato [76] da altri pessimi soggetti della stessa risma. Questi scellerati invece di nascondersi si facevano vedere e si vantavano dei loro delitti.
Un testimonio oculare ha raccolto queste sue parole: C'est moi, qui ai éventré la Lamballe et qui lui ai arraché le cœur.... Tout mon regret est que le massacre ait été si court, mais il recommencera.
La stella di Mesmer, giacchè egli credeva alla influenza degli astri, toccò il suo apogeo col 1784 che fu un anno memorabile per molti avvenimenti. In quest'anno fu visto sollevarsi per la prima volta un pallone aereostatico nel campo di Marte. L'Accademia delle scienze aveva dato incarico a Montgolfier di preparare un pallone di seta che ricoperto d'una vernice impermeabile fu riempito di idrogeno ed era alto più d'una casa.
Pilâtre de Rosier e il Marchese d'Orland fecero la prima ascensione libera nell'aria.
Nei salotti e nei giornali non si parlava d'altro che dei palloni aereostatici e del magnetismo. Mesmer a quel tempo aveva cominciato a magnetizzare [77] anche gli alberi. I malati accorrevano a questi alberi ai quali si erano attaccate delle corde e vi passavano delle ore cadendo in convulsioni e dando di sè triste spettacolo sui boulevards e nei giardini.[18]
Ecco la strofa di una satira contro Calonne [78] controllore generale delle finanze che fu di una prodigalità pazza nel distribuire delle pensioni ai cortigiani di Luigi XVI.
Qu'on aime tant qu'on voudra
Les ballons et l'opera;
Qu'on parle de politique,
De fluide magnétique
Sans s'intéresser à rien:
C'est bien
C'est bien.
On n'est pas Français pour rien:
Mais moi qui bonnement raisonne;
J'aime Calonne
J'aime Calonne.[19]
Un altro tesoriere di Francia, Michel Fournier, pubblicò una relazione sulla guarigione della sua nipote firmata dagli ufficiali del municipio, da tre chirurghi e da un medico, dai canonici e dal Vescovo. Gli attestati comprovanti l'efficacia del magnetismo animale nella cura delle malattie si pubblicavano a volumi interi e me ne sono passati parecchi fra le mani.[20] Cito solo questo che fu scritto da un ministro delle finanze ed ha per [79] epigrafe un distico latino. È la nipote di Fournier che rivolge a Mesmer queste parole.
“Fanciulla, cieca, trascinando il passo, domando a te, Mesmer, la parola, i piedi, gli occhi. Ecco: cammino, vedo e parlo.„
Infans, cœca, trahens, gressum te Mesmer, posco
Verba pedes oculos. Ambulo, cerno, loquor.
Le cose erano a questo punto quando il Re si decise a nominare una commissione. Questa era costituita da quattro medici della Facoltà di Parigi, ai quali, in seguito a loro richiesta, vennero aggiunti dal Re cinque altri membri dell'Accademia reale delle scienze, col mandato di fargli un rapporto intorno al magnetismo animale.
Di questa commissione facevano parte Franklin, Lavoisier, Bailly. Essi parlarono del magnetismo da quei grandi scienziati che erano. Nominati il 12 marzo del 1784, nel mese di agosto del medesimo anno il celebre astronomo e letterato Bailly aveva già presentato al Re la relazione approvata dai suoi colleghi. È un opuscolo di 74 pagine che rimase memorabile fra quanti scritti siansi mai pubblicati sull'ipnotismo.
[80] La questione venne esaminata sotto tutti gli aspetti, cioè dal lato fisico, fisiologico, medico e morale.
La Commissione recatasi nell'Istituto del signor Deslon, allievo del Mesmer, trovò alcuni malati calmi e tranquilli, mentre altri erano agitati e in preda alle convulsioni. Quando stando intorno al baquet uno cominciava ad essere preso dalle convulsioni, anche gli altri ne soffrivano poco dopo.
Ogni tanto qualcuno gridava ed agitavasi con dei moti precipitati ed involontari delle estremità. Molti si lamentavano di uno stringimento alla gola, di vampe, di sensazione di caldo o di freddo. I malati stavano legati in cerchio attorno al baquet, fino a che scoppiava la crisi. Dopo, erano lasciati liberi. Quelli che per simpatia sentivansi più attratti si precipitavano nelle braccia l'uno dell'altro, nello stato di una esaltazione morbosa, piangendo e ridendo convulsi. E tutti erano soggetti alla volontà del magnetizzatore che con un cenno li separava o li faceva abbracciare.
Quando i fenomeni diventavano troppo gravi e tali che il magnetizzatore non poteva più dominarli, vi era una sala imbottita con dei materassi in terra e alle pareti, la così detta Salle des crises.
[81] I membri della Commissione si erano fatto preparare un baquet dal signor Deslon e stettero per delle ore davanti alle spranghe di ferro senza provare alcun effetto. Per scrupolo vollero tenere le sedute anche tre giorni di seguito, due ore e mezzo ogni giorno, ma nessuno sentì un qualche fenomeno che potesse attribuirsi al magnetismo.
Parecchie riunioni furono tenute dalla Commissione in casa di Franklin a Passy, dove venivano condotti gli ammalati quando Franklin non stava bene.
Beniamino Franklin mandato in Francia come ambasciatore della repubblica degli Stati Uniti, era diventato una delle figure più caratteristiche di Parigi. Per breve tempo fu lui che dette il tono della moda.
Quando i signori ed i gentiluomini cominciarono a smettere gli abiti di seta e di velluto coi ricami e i vestiti gallonati, coi tacchi rossi e lo spadino, vennero di moda i vestiti di panno grosso, le scarpe spesso ed il bastono nodoso. Questo figurino si chiamava col nome di [82] Franklin.[21] Il celebre scopritore del parafulmine, che a coloro che gli domandavano notizie della rivoluzione in America, ripeteva bonariamente: ça ira ça ira, fece venir popolare questo motto che fu poi il ritornello terribile e come l'alleluja del sangue all'epoca della rivoluzione.[22]
Il pubblico parigino metteva un po' in canzonatura la mania di popolarità del celebre scienziato e uomo politico americano. Lo vediamo nella seguente strofa, che cantavasi nel 1783 sull'aria Changez-moi cette tête. Nella stessa canzone è tirato in ballo Mesmer e il suo collega Deslon.[23]
Nestor de l'Amérique,
Prise la voix publique
Du monde politique
Et du monde savant:
Mais dédaigne l'hommage
Dont le peuple volage,
Sans respect pour ton âge,
Tennuie à chaque instant.
Conserve bien ta tête,
Ta vénérable tête;
Conserve bien ta tête.
Mais sans la montrer tant.
Un tudesque empirique,
Au bout d'un doigt magique,
Fait naître la colique
Ou la chasse à l'instant.
Son Don Quichotte assure
Que la mort en murmure
Et cite mainte cure,
Dont il est seul garant:
Changez-moi ces deux têtes,
Ces magnétiques têtes.
Changez-moi ces deux têtes,
Têtes de charlatan.
La parte più memorabile della relazione presentata al re Luigi XVI sul magnetismo, è quella nella quale venne confermata la potenza che un uomo può esercitare sugli altri, senza l'intermediario immediato e dimostrato di alcun agente fisico: e si stabilì che i gesti ed i segni i più semplici producono qualche volta degli effetti potenti sulle persone dotate di una grande eccitabilità nervosa. Un altro fatto importante messo in evidenza dalla Commissione, fu che le esperienze fatte col magnetismo sulle persone isolate, quando queste riuscivano, non davano mai una intensità di fenomeni così imponente come essi videro nella sala affollata quando molte persone stavano [84] intorno al baquet aspettando che scoppiasse la crisi.
Permettete che io riferisca un passo di questo documento impareggiabile per la storia dell'ipnotismo.
“Attorno al baquet sta la folla degli ammalati. Le sensazioni sono comunicate e rese continuamente l'uno all'altro: i nervi alla lunga si affaticano con questo esercizio, si irritano; e la donna più sensibile dà per la prima il segnale. Allora le corde tese da per tutto al medesimo grado ed all'unisono si rispondono, e si moltiplicano le crisi: esse si rinforzano mutuamente, esse divengono violenti. Nel medesimo tempo gli uomini che sono testimoni di queste emozioni le subiscono essi stessi e le provano in proporzione della loro sensibilità nervosa, e quelli nei quali questa sensibilità è più grande e più mobile cadono in una vera crisi.
“Questa grande sensibilità è in parte naturale e in parte acquisita, e tanto negli uomini quanto nelle donne diviene abitudine. Provate una o più volte queste sensazioni, non si ha a fare più che svegliarne la ricordanza, e rimontare l'imaginazione al medesimo grado, per operare i medesimi effetti. E questo riesce sempre facile mettendo il soggetto nelle medesime circostanze. Allora non vi è più bisogno di curare l'ammalato [85] in pubblico, basta far dei gesti colle dita, o toccare gli ipocondrii, o mettere la bacchetta dinanzi alla faccia; questi segni sono conosciuti.
“E neppure è necessario di impiegarli, basta che gli ammalati cogli occhi chiusi credano che questi segni si fanno sopra di loro, perchè si persuadano che sono magnetizzati; le idee si destano, le sensazioni si riproducono, l'imaginazione impiegando i mezzi soliti, e percorrendo le medesime vie, fa comparire i medesimi fenomeni.„
Oggi, dopo che è passato più di un secolo, non sapremmo dire nulla di meglio.
Il dottore Deslon riconobbe davanti alla Commissione in casa di Franklin che l'imaginazione aveva la più grande parte negli effetti del magnetismo, e disse che questo nuovo agente forse non era altro che l'imaginazione stessa, la potenza della quale era altrettanto grande, quanto ora poco conosciuta. Deslon in un suo scritto disse: “Se la medicina dell'imaginazione è la miglioro, perchè non dobbiamo servircene?„[24]
[86] La conclusione del rapporto fatto dalla Commissione al Re Luigi XVI fu questa:
“Toccamenti, imaginazione, imitazione, tali sono le cause vere degli effetti attribuiti a questo agente nuovo sotto il nome di magnetismo animale.
“Ma si deve credere che l'imaginazione sia la principale di queste tre cause del magnetismo. La pressione e i toccamenti servono di preparazione; è per i toccamenti che i nervi cominciano ad essere eccitati, l'imitazione comunica e diffonde le impressioni. Ma la imaginazione è quella potenza attiva e terribile che opera i grandi effetti che osserviamo. Questi effetti sorprendono tutto il mondo, mentre la causa loro rimane oscura ed occulta.„
Nessuno dei medici moderni saprebbe esprimere un giudizio sull'ipnotismo con maggior chiarezza e verità.
Invece della parola imaginazione si adopera adesso la parola suggestione, ma in fondo la cosa rimane la stessa. Anche oggi come allora sono le donne isteriche e gli uomini nervosi che presentano con maggiore facilità i fenomeni dell'ipnotismo, con effetti più intensi e più meravigliosi.
Dopo Mesmer il magnetismo trovò qualche applicazione nella medicina, perchè fu provato [87] che per mezzo della imaginazione l'uomo può cadere in uno stato di sonno morboso chiamato ipnotismo nel quale è meno sensibile al dolore. Ma in che modo diminuisca la sensibilità nell'ipnotismo e come si estrinsechi la suggestione non si è ancora venuti in chiaro. Nè dobbiamo maravigliarcene troppo perchè anche del sonno naturale si ignora il meccanismo, e stiamo raccogliendo le prime pietre che serviranno a gettare le fondamenta per una fisiologia del sonno che forse si scriverà nel secolo venturo.
Oggi non vi è più chi cerchi la causa del sonno naturale fuori delle cause comuni alla vita: ma dei fenomeni più rari e più complessi che formano l'ipnotismo si cerca tuttora, e si cercherà sempre dai profani alla scienza, una causa fuori del naturale. Fino a che durerà l'ignoranza e il misticismo, dureranno pure le scienze occulte. Anche questo era già scritto nella relazione presentata al Re Luigi XXI:
L'homme saisit, quitte, reprend l'erreur qui le flatte. Il est des erreurs qui seront éternellement chers à l'humanité.
Questa relazione stampata in ventimila esemplari, fu mandata dal Governo in tutte le città della Francia.
Ma il pubblico non aveva capito il fondo scientifico della quistione, quella parte della fisiologia [88] e della patologia del sistema nervoso; essa manterrà immortale il nome di Mesmer.
E nelle strade di Parigi si continuò a cantare la canzone sull'aria di Grégoire.[25]
Que le charlatan Mesmer,
Avec un autre frater,
Guérisse mainte femelle;
Qu'il en tourne la cervelle,
En les tâtant ne sais où,
C'est fou,
Très-fou,
Et je n'y crois pas du tout;
Mais je pense qu'il magnétise
Par la sottise.
Questo po' di schizzo non riproduce il vero se non vi do mio malgrado qualche pennellata un po' più scura.
Il magnetismo è scienza e filosofia ed è pure danaro. Il lato suo per così dire industriale è stato anzi quello che ha prevalso, perchè fino dal principio il magnetismo animale fu inventato collo scopo pratico di curare e guarire le malattie. [89] Due sono i segni caratteristici della lotta che Mesmer sostenne a Vienna e Parigi.
Il primo è il disprezzo che egli affettatamente ostentava contro la scienza ufficiale.
Il secondo, la tendenza sua a sostituire le esperienze con delle dichiarazioni fatte dagli ammalati e dai medici per provare l'esistenza del magnetismo animale.
Non direi tutta la verità se tacessi che Mesmer era un po' ciarlatano.
La paura che egli aveva degli uomini di scienza fu tale che Mesmer rifiutò un'offerta cospicua fattagli da Maurepas in nome del Re. Luigi XVI offrì a Mesmer nientemeno che una pensione vitalizia di 20.000 lire l'anno, e 10.000 lire per l'alloggio, purchè tre uomini di scienza scelti dal Re potessero assistere alle sue esperienze. Mesmer rifiutò.[26] Più tardi se ne pentì e chiese umilmente come ricompensa nazionale un grande castello nei dintorni di Parigi con tutto il territorio che vi era attorno. Avutone un rifiuto disse che abbandonava la Francia al flagello dei suoi mali e si recò ai bagni di Spa. Avendo saputo che il suo discepolo Deslon continuava le cure col magnetismo ritornò in fretta a Parigi. I suoi [90] ammiratori festeggiarono con entusiasmo il ritorno del Maestro, e costituirono la Società dell'Armonia che aveva per scopo di sviluppare e diffondere la dottrina del magnetismo. Per far parte della Società dell'Armonia si dovevano pagare cento luigi. Ciò malgrado si trovarono subito trecento membri che regalarono a Mesmer 400.000 lire nette e lo proclamarono benefattore dell'umanità.[27]
Gli ammiratori di Mesmer erano talmente entusiasti del magnetismo che passavano alle vie di fatto contro coloro che lo negavano. Il celebre chimico Berthollet raccontò che alcuni i quali sostenevano Mesmer tentarono di strangolarlo in un angolo sotto i portici del Palais Royal, perchè gli era scappato detto innocentemente di avere assistito alle scene del magnetismo e che a lui parevano poco dimostrative.[28]
Mesmer faceva dei contratti coi suoi allievi per insegnare loro il magnetismo. Oltre i 300 membri della Società dell'Armonia, molti erano già andati prima a Parigi da molte città della Francia e anche dall'Italia.
Il dottor Grand-Champ di Lione pubblicò il suo diploma di adepte o allievo di Mesmer.
[91] L'articolo 1.º di questa convenzione diceva:
Il sottoscritto non potrà fare alcun allievo, nè trasmettere direttamente o indirettamente a chiunque possa essere, nè tutte, nè la minima parte delle cognizioni relative sotto qualunque siasi punto di vista alla scoperta del magnetismo animale, senza il permesso segnato da Mesmer.
Art. 3.º — Non potrà senza il suo consenso espresso per iscritto fare delle cure in pubblico o raccogliere degli ammalati per curarli in comune col metodo del magnetismo, ma sarà a lui solo permesso di vedere e trattare privatamente dei malati in modo isolato.
Nella Società dell'Armonia non tardò a manifestarsi il malumore contro Mesmer, perchè egli teneva a bada i Soci, e non insegnava loro il segreto. Un motto celebre di Doppet che corse in un baleno per la bocca di tutti i parigini gettò il ridicolo sulla Società dell'Armonia e questa in breve si sfasciò. Ecco il tratto di spirito che ferì Mesmer in modo irreparabile: Ceux qui savent le secret en doutent plus que ceux qui l'ignorent.
Il 14 luglio 1789 cadde la Bastiglia e con essa finì pure la moda del magnetismo animale. Bailly, il celebre relatore contro Mesmer, che era già deputato di Parigi, fu improvvisamente nominato Maire di questa città.
Fu lui che andato a pregare il re Luigi XVI di farsi vedere a Parigi nel portargli le chiavi della città, pronunciò davanti al trono il motto celebre “che il popolo aveva riconquistato il suo re„.
Dopo due anni di sindacato,[29] dopo che l'assemblea nazionale aveva deciso che il busto di Bailly fosse messo nella sala delle adunanze, chiamato a deporre come testimonio nel processo che si faceva alla regina Maria Antonietta, Bailly comprese subito che un uragano si addensava sopra il suo capo. Avrebbe potuto fuggire e scampar il grave pericolo, ma non volle.
Quando gli domandarono se conosceva l'accusata: oh sì che la conosco, rispose umilmente; e salutò con rispetto la regina. Dopo, protestò contro le accuse e le imputazioni odiose fatte contro [93] di lei. In quell'istante cessò di essere testimonio agli occhi del tribunale e lo si trattò come un accusato.
La colpa che gli attribuivano era di aver aiutato la fuga della famiglia reale da Parigi.
Bailly che fu prima l'idolo del popolo, abbandonato da tutti, fu con voto unanime condannato alla decapitazione.
Era presente a questo processo come testimonio quel Coffinal tristamente famoso che un anno dopo condannava a morte Lavoisier, il creatore della chimica moderna, pronunciando contro di lui, che era innocente, e senza aspettare che potesse difendersi, le parole terribili: La république n'a pas besoin de savans.[30]
Mai non erasi veduta una folla tanto feroce e così abbietta quanto e come quella che aveva nelle mani il potere della Francia. Beugnot racconta che quando Bailly, il venerabile sindaco di Parigi, fu consegnato alla Conciergierie nelle mani dei gendarmi, questi se lo sballottavano l'uno all'altro dicendo: ecco Bailly, — prendilo il tuo Bailly, — e ridevano come cannibali e gli davano dogli spintoni quasi a farlo cadere perchè il grande filosofo si conservava pacato.
[94] La ghigliottina fu alzata su di un mucchio di immondizie. A mezzogiorno del 12 novembre 1793 Bailly salito sul carro fatale, fu condotto al Campo di Marte. Mentre aspettava che si mettesse in ordine la ghigliottina, un insolente gli disse per scherno: Tu trembles, Bailly. — Mon ami, j'ai froid, rispose con dolcezza la vittima, e furono le sue ultime parole.
La tradizione racconta che Mesmer incontrò per l'ultima volta Bailly sul carro che lo conduceva al Campo di Marte. Aveva le mani legate dietro la schiena e la plebe di Parigi lo insultava per la strada. Mesmer ebbe il coraggio di levarsi il cappello e di salutarlo rispettosamente.
Salutiamo anche noi la memoria di Mesmer. Il suo nome sarà ricordato sempre fino a che vi saranno dei neuropatici, degli isterici, delle persone nelle quali ad un cenno può venire sospesa la volontà e la coscienza, benchè abbiano l'aspetto di essere sane.
Se è vero come credono molti che va lentamente accumulandosi nella nostra razza la degenerazione del sistema nervoso — il nome di Mesmer sarà più venerato nei secoli futuri.
L'alcoolismo, l'abuso degli eccitanti, il desiderio di sensazioni sempre più forti, lo strapazzo del cervello, la trascuranza della educazione fisica, [95] preparano colla eredità patologica nuove generazioni, nelle quali sarà maggiore il numero di quelli che passano facilmente dalla veglia in uno stato di sonnambulismo improvviso.
Ma questi saranno sempre una minoranza minima, e nel suo complesso la nostra razza diventerà più savia e più robusta.
Se la lotta per l'esistenza sarà più accanita, se saranno più disastrosi gli effetti dell'esaurimento e più micidiali lo battaglie del pensiero, si accrescerà la falange dei meno atti, dei neurastenici, dei degenerati, di quelli che cadranno sopraffatti dalla fatica, esaltati dalla debolezza, come i soldati che un grande esercito lascia indietro nelle marcie forzato sulla strada trionfale della vittoria.
Per questi, e per tutti gli altri che non avranno coltura, Mesmer rimarrà un idolo od un taumaturgo.
1. J. Billings, Index-Catalogue of the Library of the Surgeon-General's Office. Washington, 1887.
2. Vedi Index to periodical Literature by W. T. Poole. Boston, 1882, e i volumi successivi.
3. A. Mosso, Fisiologia e patologia dell'Ipnotismo. Nuova Antologia, giugno e luglio 1886.
4. Lettre de M.r Giraud docteur en Médecine de la Faculté de Turin, à M.r le comte N. N. à Crémone. — Turin, 8 décembre 1784.
5. Mesmer, De planetarium influxu, 1766.
6. L. Hermann, Hat das magnetische Feld directe physiologische Wirkungen? Archiv. f. d. g. Physiologie, 1888. 43º vol., pag. 217.
7. Mesmer, Mémoire sur la découverte du magnétisme animal, pag. 18.
8. Baldinger, Narratio historica de magnetis viribus ad morbos sanandos. Göttingen, 1778.
9. Ingen-housz, come scrivono altri, è quello stesso autore del quale si trova il nome nei trattati di fisica dove si parla della conducibilità del calore.
10. Mesmer, Mémoire, pag. 23.
11. Lettres de M. Mesmer à M. Vicq-d'Azir et à Messieurs les Auteurs du Journal de Paris. A Bruxelles, 1784.
12. Extrait du Journal de Paris. Vendredi, 27 août 1784.
13. Mémoire de T. A. Mesmer sur ses découvertes. Paris, chez Tuchs, Maison Cluny. An VII. La prima edizione di questo libro fu stampata nel 1778.
14. Morand, Le magnétisme animal, pag. 45. Paris, 1895.
15. Opera citata, pag. 218.
16. Dictionnaire Encyclopédique des sciences médicales. Articolo di Dechambre: Mesmerisme. Tome VII. pag. 156.
17. Taine, La conquête Jacobine. Tome II, pag. 406.
18. Représentez-vous la place d'un village. Au milieu est un orme, au pied duquel coule une fontaine de l'eau la plus limpide: arbre antique, immense mais très-vigoureux encore, et verdoyant; arbre respecté par les anciens du lieu, qui, les jours de fête, s'y rassemblent le matin, pour raisonner sur leurs moissons, et surtout sur la vendange prochaine; arbre chéri par les jeunes gens qui s'y donnent des rendez-vous les soir, pour y former des danses rustiques. Cet arbre magnétisé de temps immémorial par l'amour du plaisir, l'est à présent par l'amour de l'humanité. Messieurs de Puysegur lui ont imprimé une vertu salutaire, active, pénétrante: ses émanations se distribuent au moyen de cordes, dont le corps et les branches sont entourés, qui en appendent dans toute la circonférence, et se prolongent à volonté. Ou a établi autour de l'arbre mystérieux plusieurs bancs circulaires en pierre, sur lesquels sont assis tous les malades, qui tous enlacent de la corde les parties souffrantes de leur corps. Alors l'opération commence, tout le monde formant la chaîne, et se tenant par le pouce. Le fluide magnétique circule dans ces instants avec plus de liberté on en ressent plus ou moins d'impression. — Lettres de M. Clocquet (Soissons, le 13 juin 1784).
Détail des cures opérées à Buzancy par le Magnétisme animal.
Altre cure furono pubblicate dal Marchese de Tissart de Rouvre. — Cure opérées à Beaubourg par le moyen d'un arbre magnétisé.
19. Opera citata, pag. 270.
20. Nouvelles cures opérées par le magnétisme animal. Compte rendu à M. Mesmer, de l'état des malades admis au traitement gratuit par lui établi, par Monsieur Giraud, Docteur-Médecin de la Faculté de Turin. — Recueil des pièces les plus intéressantes sur le magnétisme animal. MDCCLXXXIV.
21. Taine, I. 212.
22. Ed. et Jul. de Goncourt, Histoire de la société française pendant la révolution, pag. 58.
23. Ibidem, pag. 137.
24. Deslon, Observations sur le magnétisme animal, pagina 46 e 47.
25. Choix des Mémoires secrets pour servir à l'Histoire de la République des Lettres depuis l'année 1762 jusque 1785, pag. 265.
26. F. Arago, Notices biographiques. œuvres complètes. Tome II, Bailly, pag. 291.
27. Lettre de M. le Marquis de Puysegur, membre de la Société de l'Harmonie, à M. Bergasse, 24 juin 1784, Paris.
28. Arago, Opera citata, pag. 290.
29. Morand, Le magnétisme animal. Paris, 1889, pag. 40.
30. E. Grimaux, La mort de Lavoisier. Revue des deux Mondes, 15 février 1887, pag. 884.
Nota del Trascrittore
Ortografia e punteggiatura originali sono state mantenute, correggendo senza annotazione minimi errori tipografici.
Copertina creata dal trascrittore e posta nel pubblico dominio.